Abruzzo Engineering, Febbo: a rischio 70 posti di lavoro
Politica Abruzzo

Abruzzo Engineering, Febbo: a rischio 70 posti di lavoro

domenica 23 agosto, 2015

PESCARA, 23 AGOSTO 2015 – Il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, ha lanciato l’allarme: sono molti i posti di lavoro a rischio nell’Abruzzo Engineering. L’azienda, che si occupa principalmente di ridurre il digital divided all’interno del territorio abruzzese, era stata messa in salvo dalla maggioranza di centrosinistra che aveva promosso una riduzione dei costi aziendali, mantenendo i quadri e riducendo i superminimi; ma, afferma Febbo, «è stato stilato un Piano industriale che ancora non viene visionato da tutte le sigle sindacali e ancora oggi non è stato adottato dal collegio dei liquidatori».

Sembrerebbero 70, secondo quanto dichiarato da Febbo, i posti a rischio per la mancata presa di posizione del centrosinistra. Su 180 dipendenti, quindi, 70 lavoratori delle province di Chieti, Pescara e Teramo sono a rischio, mentre 100 di loro saranno spostati negli uffici della Ricostruzione a L’Aquila e a Genio Civile (AQ). L’unica speranza sono i due progetti in via di approvazione: uno sulla riorganizzazione di Genio Civile, che sarà predisposto nelle province di Chieti, Teramo e Pescara e, l’altro, sulla digitalizzazione degli atti amministrativi, che è al momento in fase di elaborazione.

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Tuttavia, nonostante questa nota positiva, entrambi i progetti sono in fase di creazione e, per i lavoratori, la Cassa Integrazione è terminata il 31 maggio 2015. Un ultimo tentativo è previsto dalla nomina di un direttore generale – Gerardis, preannuncia Febbo - che potrebbe accelerare i processi amministrativi per avviare più rapidamente i progetti, ma per Febbo, prima di tutto, «sarebbe opportuno intervenire con l’urgenza assicurata da Lolli&Compagni su alcuni sprechi aziendali come: chiusura della sede oggi affittata nei locali di uno dei liquidatori ed individuare una struttura della Regione (a costo zero); eliminazione di molti quadri aziendali tramite accordo sindacale che porterebbe alla riduzione dei costi e alla ricollocazione come semplici dipendenti; eliminazione totale delle gratificazioni dei superminimi che risultano ancora troppo elevate dopo i tagli parziali del giugno scorso tramite accordo sindacale; individuazione di un dirigente della regione che possa gestire (a costo zero) l’azienda; inoltre ribadiamo l’attuazione del controllo con apposita commissione regionale come è previsto per le società partecipate».

Erica Benedettelli

[immagine da cityrumors.it]


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