Ancora strage di migranti: 100 morti in 48 ore nel Mediterraneo. Turchia aprirà 6 centri accoglienza
Estero Calabria

Ancora strage di migranti: 100 morti in 48 ore nel Mediterraneo. Turchia aprirà 6 centri accoglienza

martedì 6 ottobre, 2015

ANKARA, 6 OTTOBRE 2015 - Da domenica, quasi 100 migranti sono morti nel Mediterraneo, al largo delle coste libiche. Lo ha riferito l'Organizzazione internazionale per le migrazione (Oim), citando fonti della Mezza Luna rossa libica. Il bilancio si basa su due avvistamenti di cadaveri vicino alla costa del Paese nordafricano: 85 in una zona e 10 in un'altra, ha riferito l'Oim in un comunicato. Secondo l'Oim, 557.899 migranti e rifugiati sono arrivati in Europa via mare quest'anno e 2.987 sono morti durante il viaggio.

Un’ecatombe continua che fa del Mediterraneo “la rotta più mortale del pianeta per i migranti”, come sostiene il direttore generale dell’Oim William Swing. Il totale degli arrivi per tutto il Mediterraneo è inoltre salito a 557.899 - pari al doppio del totale di 219.000 registrato durate tutto il 2014. Numeri in crescita costante ed esponenziale. Ecco perché una soluzione di lungo periodo è impellente se i Paesi occidentali vogliono fermare la strage. [MORE]

Una buona notizia in questa direzione è arrivata oggi pomeriggio. Il piano d'azione firmato da Bruxelles e Ankara prevede l'apertura di sei centri d'accoglienza per rifugiati in Turchia cofinanziati dall'Ue. La speranza è di tamponare le partenze di profughi e migranti verso l'Europa. Per questo, oltre a garantire l’accoglienza è fondamentale l’integrazione. Quindi, come prevede il piano d’azione della Commissione: "La Turchia adotterà misure che permetteranno ai profughi di avere accesso, durante la loro permanenza nel Paese, al mercato del lavoro e ai pubblici servizi, inclusi scuole e sanità".

Anche perché l’escalation militare in Siria dopo l’intervento della Russia potrebbe far precipitare la situazione. I raid russi rischiano di spingere verso la Turchia oltre un milione di profughi. A lanciare l'allarme è il vicepremier di Ankara, Numan Kurtulmus, esprimendo preoccupazione per l'instabilità causata dai bombardamenti in zone densamente popolate. Un timore condiviso dal presidente del Consiglio Ue Donald Tusk: "Durante le mie visite in tutta la regione dalla Turchia, alla Giordania, o l'Egitto, con chiunque io parlassi, arrivava un avvertimento: l'eventuale vittoria del regime di Assad, resa ancora piu' probabile dall'appoggio russo e iraniano, provochera' una nuova ondata migratoria”, ha spiegato il funzionario Ue parlando a Strasburgo.

Tiziano Rugi

 


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