Barbara Serra al Grandinetti di Lamezia Terme
Caffellatte e ginger letterari Calabria

Barbara Serra al Grandinetti di Lamezia Terme

domenica 1 marzo, 2015

 LAMEZIA TERME (CZ), 1 MARZO 2015 – Concluso il secondo appuntamento del “Sabato del Villaggio” in compagnia dell’ospite d’onore di stampo internazionale, Barbara Serra, giornalista di Al Jazeera English.
Un teatro, il Grandinetti, come sempre, traboccante di convenuti. Un pubblico variegato, animato molto da giovani presenze.
Raffaele Gaetano, direttore artistico dell’iniziativa, ha condotto un’intervista spensierata con la bella giornalista che ha conversato in modo sereno, piacevole e scorrevole per tutto il tempo, mantenendo sempre alta l’attenzione in sala.
In scena presente, ancora una volta, un nero pianoforte a coda, grazie al quale è stato possibile apprezzare le note armoniose di un giovanissimo lametino, Mattia Volpe, che si è cimentato, per l’occasione, suonando un brano classico di jazz ed un altro di sua personale reinterpretazione.
Il dialogo si è sviluppato seguendo il filo conduttore della Passione, tema portante degli incontri del cartellone del “Sabato del Villaggio” giunto alla XIV Edizione, che, in tal caso, ha spinto Barbara Serra a trovare un lavoro in campo internazionale in un difficile e particolare contesto.[MORE]
Confrontandosi quotidianamente con colleghi di varie provenienze a livello mondiale, Serra ha avuto modo di fare diretta esperienza di quelli che possono essere i limiti dei qualunquismi e dei pregiudizi che si legano alle diverse culture e per questo, spesso, ha anche discusso in modo animato.
Nel caso specifico, essendo italiana, la giornalista ha messo in risalto che questo elemento è, agli occhi di chi la incontra professionalmente, l’aspetto di maggior rilievo di fronte al quale si perde addirittura la singolarità della sua stessa identità. Essere italiana, a suo giudizio, comunque, è sempre un elemento che fornisce una sorta di marcia in più in campo internazionale perché, nonostante i molti e scontati clichés, gli italiani sono un popolo noto e apprezzato ovunque.
Sulla scia di tali esperienze, Serra ha scritto un libro, “Gli italiani non sono pigri”, in cui si è occupata dei luoghi comuni più diffusi affrontandoli nella loro reale concretezza e portata cercando di illustrarne aspetti positivi e negativi. Il classico tema del rapporto con la mamma, l’educazione dei figli, la pausa pranzo, la pennichella, la vanità, la mafia, la mancanza di puntualità e, non ultima, proprio la pigrizia. Elementi appartenenti al qualunquismo più sbandierato che non sempre all’Estero sono intesi nella loro vera accezione.
La giornalista si è soffermata anche sull’eccessiva “verbosità” degli Italiani che spesso, esponendo anche la bellezza e la ricchezza della propria cultura, tendono a difettare di sintesi, di capacità di arrivare, di immediatezza, per riuscire a centrare gli obiettivi prefissi. In questi casi, a suo avviso, è bene correggere in tempo il tiro per non rischiare di perdere importanti occasioni soprattutto in campo lavorativo.
A tal proposito, Serra, ha invitato i giovani ad essere più intraprendenti, a schiarirsi le idee sui loro progetti futuri e a prendere sagge decisioni in merito cercando di essere propositivi e innovativi, per dimostrare sempre di poter portare un valore aggiunto nelle realtà in cui intendono andare ad operare. Meritocrazia, competizione e ambizione, sono, a suo parere, elementi necessari per riuscire, in particolar modo quando ci si rivolge all’Estero. Inoltre, in tutti i casi, è necessario sempre essere animati da un sostanziale realismo: conviene investire nell’ambito in cui si ha una marcia in più e fare scelte anche coraggiose.
Il dialogo si è concluso, ancora una volta, sulle note del libro del cuore proposto dall’ospite al pubblico in sala: “Il grande Gatsby”, di Francis Scott Fitzgerald, di cui si è avuto modo di apprezzarne un assaggio grazie alla lettura di un brano ad opera dell’interprete, Giancarlo Davoli. La giornalista ha sottolineato di aver riscoperto e apprezzato molto questo libro da adulta più che tra i banchi di scuola per avervi trovato, nonostante il drammatico finale, il valore del credere fortemente in se stessi per poter così sperare sempre di cambiare il mondo.

Simona Barberio


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