Bécherel, una città... libridinosa
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Bécherel, una città... libridinosa

giovedì 8 settembre, 2016

Bécherel (Francia), 8 settembre 2016 - La libreria dietro l’angolo te la ritrovi dalla sera alla mattina che è diventata l’Oviesse dietro l’angolo. O la filiale della Deutsche Bank. L’agonia delle librerie va avanti con l’implacabilità del rullo compressore. La crisi, certo. La scarsa propensione alla lettura, senz’altro. I nuovi canali di acquisto in rete e la digitalizzazione dei libri, fuori dubbio. Tutto questo, ma non solo.

La gran parte dei librai non ha saputo verosimilmente adeguare ai tempi la propria professione. Oggi non bastano commessi che si occupano di libri come fossero una shirt o un iphone. Ci vorrebbe, probabilmente, un esperto di libri che sappia consigliare il lettore, un ideatore di eventi letterari, un opinion maker letterario. Ci vorrebbe, in sostanza, non un distratto e occasionale lettore piazzato in angusti locali a vendere libri, ma un vero “libraio”, uno che non solo ami i libri ma li faccia anche amare.[MORE]

Forse bisognerebbe organizzare degli stage in Francia per “librai” nella cittadina di Bécherel. A quelle latitudini i libri sono oggetto di culto e amorevole attenzione quasi come lo è San Pio a San Giovanni Rotondo. Ottocento abitanti si muovono quotidianamente tra le quindici librerie di Bécherel, che si trova in Bretagna, ed è statisticamente il luogo con più librerie del mondo.

La prima domenica del mese nella pittoresca ( o libresca?) cittadina medievale si tiene la fiera del libro, con buona pace di Milano e Torino che stanno in questi giorni contendendosi l’unico rilevante megaevento italiano che riguardi la promozione libraria. Nella settimana di Pasqua ha luogo poi il la “Fureur de lire ( La smania di leggere) un vero e proprio festival internazionale del libro. Durante l’anno si susseguono poi le varie Notti del Libro, Primavera del Libro ed altri accattivanti eventi che sanno convogliare in paese un turismo colto e curioso. Inoltre, tra una charcuterie e una boulangerie non è raro incappare piacevolmente in laboratori di rilegatori e calligrafi.

Un trend che potrebbe essere una buona idea anche dalle nostre parti. L’’Italia è infatti ricca di suggestivi paesini abbandonati da indigeni e “turisti”. Più di una località potrebbe così trovare una fonte di reddito più…libridinosa… di molte sagre fantasiosamente improvvisate, a livello di fungo canino o di trota imboscata.

Raffaele Basile 

 


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