Cassazione, si alla stepchild adoption ma solo in casi particolari
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Cassazione, si alla stepchild adoption ma solo in casi particolari

mercoledì 22 giugno, 2016

ROMA - È arrivato il via libera della Suprema Corte alla adozione del figlio del partner nelle coppie omosessuali. La prima Sezione Civile della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del procuratore generale e ha confermato la sentenza della Corte d'Appello di Roma, con la quale è stata accolta la domanda di adozione di una minore proposta dalla partner della madre, con lei convivente in modo stabile. Lo rende noto un comunicato della Cassazione. "È fondamentale che si sia pronunciata la Cassazione – ha dichiarato Maria Antonia Pili, l’avvocata che ha seguito la coppia di donne –. Adesso la stepchild adoption è definitiva: la Corte ha pronunciato una grande parola di civiltà giuridica e soprattutto ha dato un orientamento chiaro per tutti gli altri tribunali italiani". [MORE]

Con la sentenza 12962/16, pubblicata mercoledì 22 giugno, la Corte Suprema si è pronunciata sull'adozione "in casi particolari" prevista dalla legge 184 del 1983. I giudici della Suprema Corte, nel confermare l'adozione della coppia di donne omosessuali, hanno stabilito che questa "non determina in astratto un conflitto di interessi tra il genitore biologico e il minore adottando, ma richiede che l'eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice". Questa adozione, continua la Cassazione, "prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempreché, alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse del minore".

ll vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, da sempre contrario a questo provvedimento ha dichiarato:"Quello che non è riuscita a fare la maggioranza in Parlamento lo hanno fatto i giudici. La stepchild adoption pur non essendo formalmente entrata nel nostro ordinamento, dalla porta principale con la legge sulle Unioni civili, è entrata comunque dalla finestra attraverso le sentenze dei giudici". Immediata la risposta di Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili: "La Cassazione stabilisce finalmente che quanto abbiamo sostenuto, e purtroppo dovuto stralciare, dal testo delle unioni civili non soltanto è legittimo ma sopratutto è giusto".

  

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine tg24.sky.it)


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