Celebrazione a Catanzaro della solennità del "Corpus Domini"
Chiesa e Società Calabria

Celebrazione a Catanzaro della solennità del "Corpus Domini"

venerdì 5 giugno, 2015

CATANZARO, 05 GIUGNO 2015 - Giovedì 4 giugno, alle ore 17.00, nella Chiesa Cattedrale di Catanzaro è stata celebrata la solennità del “Corpus Domini” con la concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo metropolita Mons. Vincenzo Bertolone.

Al termine della Santa Messa presbiteri, religiosi e religiose, diaconi, seminaristi, gruppi, associazione e movimenti e tutti i presenti hanno accompagnato in processione il Santissimo Sacramento per le vie del centro storico della città.
Tra le autorità istituzionali presenti anche il sindaco della città Sergio Abramo. [MORE]

Queste le parole espresse dall’Arcivescovo Bertolone al termine della processione.

Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore,
siamo giunti al termine del nostro peregrinare per le vie di questa nobile città. Un cammino segnato dalla presenza viva, reale e sostanziale di Cristo, pane vivo disceso dal cielo. Una giornata per rinnovare insieme alla comunità diocesana un impegno di amore al Signore con il desiderio di essere creature nuove, sapendo bene che ogni attimo è carico d’Eterno.

Grazie a tutti voi, presbiteri, religiosi e religiose, diaconi, laici e seminaristi per la vostra significativa presenza. Assieme a voi saluto e ringrazio le autorità istituzionali, che hanno inteso celebrare con fede anche l’unione con il territorio e con la propria gente.

La Chiesa vive dell’Eucaristia: l'Eucaristia è uno dei misteri più profondi e scioc-canti del cristianesimo, è mistero di fede, è “mistero di luce” (Giovanni Paolo II), è mistero di sapienza ed è mistero d’amore. Essa mani¬festa tutto l’essere della Chiesa, diviene forma e stile del suo agire pastorale, anzi è il centro della vita stessa della Chiesa.

Ogni cammino cristiano, come ogni storia di vita, è un’avventura nella notte delle poche certezze, dei molti dubbi, alla ricerca del senso delle cose, tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio. Nella storia di ciascun uomo vi sono certamente molte cose belle, ma non mancano le prove. Il valore aggiunto che i cristiani portano nella condizione comune dell’umanità è di camminare insieme e di avere, come stella per orientarsi nella notte, la Parola di Dio e la grazia della presenza del Signore in mezzo a noi: il dono dell’Eucarestia.

Il nostro percorrere le vie di Catanzaro con il Corpus Domini ha voluto sottolineare proprio questo aspetto universale della presenza eucaristica: il camminare di Cristo verso il mondo. Portando in processione il corpo di Cristo, presente nella figura del pane, abbiamo inteso affidare al Signore la vita delle singole persone e dell’intera società affinché siano entrambe penetrate dalla Sua presenza, dal Suo corpo glorioso che rimane vivo sino alla fine del mondo nel segno della Chiesa (corpo ecclesiale) e nel segno del Pane eucaristico (corpo eucaristico): entrambi segni poveri, esposti all’incomprensione e persino al rifiuto.

Ma questo cibo di vita eterna, farmaco dell’immortalità, interroga tutta la comunità cristiana sul dovere di fare dell'Eucaristia il luogo dove la fraternità possa diventare concreta solidarietà. Assistiamo troppo spesso a drammi di criminalità e di povertà che si consumano nella nostra città e non possiamo chiudere gli occhi, non possiamo rimanere indifferenti. Cristo ci chiede di moltiplicare la nostra coerenza e la nostra solidarietà. Se Se l'Eucaristia, pane che si spezza, è scuola d'amore, allora dovremmo dimostrare nel sentimento, nel pensiero, nella pratica che sappiamo davvero amare il nostro prossimo, anche quello che manca di dignità, di difesa, di assistenza, di istruzione, di lavoro, di pane, di ottimi¬smo, di amicizia.

L’Eucaristia ci immette tutti, sacerdoti e laici, lungo la difficile strada del servizio. Ci chiede di andare oltre quella che chiamiamo prudenza, convenienza, giusto equilibrio, ed osare, per vivere la profezia e riscoprire l’amore senza limiti.

E così che si costruisce una chiesa che ama servendo e serve amando. Che pre-ferisce seminare speranza e non angosce; che non sempre ha risposte pronte, ma si lascia interrogare dai fatti.
Con amore paterno vi esorto, allora, ad innamorarvi dell’Eucaristia; gustatela pienamente nella vostra vita, perché, come ricordava san Giovanni Crisostomo, essa «toglie di mezzo l'inimicizia, respinge l'orgoglio, elimina l'invidia, introduce nelle anime la carità, madre di tutti i beni».

Il deserto della vita è attraversato dalla frescura del cibo spirituale che consola i Profeti, dà coraggio ai Martiri, nutre l’amore dei Vergini, dilata il cuore dei Missionari, alimenta l’alleanza dei coniugi. E questo grande popolo in cammino impara dall’Eucaristia a vivere il pellegrinaggio del grande ritorno alle sorgenti della Vita. E guardiamo tutti insieme a Maria Santissima, che ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l'Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo per l'incarnazione del Verbo di Dio. Il primo «tabernacolo» della storia dove il figlio di Dio, ancora invisibile agli occhi degli uomini, si concede all'adorazione di Santa Elisabetta.

Ci aiuti Maria a vivere pienamente il mistero eucaristico come un “magnificat” eterno di lode a Gesù Eucaristia. Amen.

 

 


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