Chi viene a me non avrà fame XVIII Domenica del Tempo Ordinario
Chiesa e Società Calabria

Chi viene a me non avrà fame XVIII Domenica del Tempo Ordinario

sabato 1 agosto, 2015

 Vangelo della Domenica
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai![MORE]

Breve pensiero spirituale
Nell’uomo vi è un desiderio, anzi una inquietudine, che lo spinge a cercare qualcosa che possa completare, dare pienezza alla sua vita. Poiché l’uomo, a causa del suo peccato delle origini, non ha più il governo di se stesso, il suo corpo, la sua materialità lo spinge a cercare nella materia ciò che gli manca. Ma la materia mai potrà completare le sue carenze di essere, perché queste carenze hanno un solo nome: Dio. Non è il corpo che manca di qualcosa. È l’anima che è priva della sua vita, che è il suo Creatore, Signore, il quale, ha fatto l’uomo in una maniera unica, particolare. Ha fatto l’uomo, facendosi sua vita, suo alito, suo respiro spirituale.
Con il peccato, l’anima ha perso la sua vitalità, è nella morte. Non può più governare la sua parte materiale e questa trascina il corpo, immergendo in ogni fango di peccato, trasgressione, immoralità, empietà, idolatria ed anche lo ingozza di cose materiali, sia come frutti della terra buoni o anche velenosi, sia come invenzioni e creazioni dello stesso uomo. Ma ciò che viene dalla terra e ciò che viene dall’uomo, lascia sempre l’uomo nella morte. Mai potrà l’uomo ritornare in vita da se stesso, per se stesso, dalle cose, per le cose. Queste non danno vita. Anzi aumentano sempre più la sua morte. Ecco allora che Dio viene incontro all’uomo e gli dice cosa deve cercare. Gli rivela qual è l’oggetto che gli manca perché possa ritornare in vita.


Nell’Antico Testamento il Signore invitava l’uomo a cercare la vita nella sua Legge, nella sua Parola. Con il cammino e il progresso della rivelazione, l’invito era rivolto alla ricerca della sapienza, intesa come luce attuale capace di guidare l’uomo nel cammino della storia nella ricerca del suo Dio e Signore, la sola ricerca vera cui sempre lui deve tendere. Senza questo aiuto del Signore, la materia si impossesserà dell’uomo e lo distruggerà, perché lo immergerà nella concupiscenza e nella superbia e per l’uomo è la fine. O l’uomo dona alla sua anima Dio, che è la sua vita, o la sua inquietudine crescerà, lo inabisserà in ricerche anche disumane, contro la sua stessa natura, ma senza che possa trovare alcuna pace. Sarà in tutto simile ad un ubriaco. Finita l’euforia provocata dall’alcool, ritorna nella tristezza infinita della sua morte spirituale e umana. Questo è l’uomo che si immerge nella materia.


Gesù vede il suo popolo che cerca solo un pane per il corpo. Gli insegna come cambiare ricerca. Se vuole vivere, se vuole estinguere fame e sete che lo tormentano, esso deve cercare un cibo che non perisce, un cibo che dura per la vita eterna, un cibo che è vita eterna. Come anticamente era in grado di cercare la Parola, perché Dio era lì per dargliela e anche la sapienza, così può cercare questo pane di vita eterna perché Gesù proprio per questo è venuto: ad offrire ad ogni uomo questo pane di vita. Gesù è il Maestro vero che ti insegna cosa cercare ed è anche l’oggetto stesso della ricerca. Lui è il Maestro che ti rivela che è Lui stesso il pane della vita, il pane che dona la vita, il pane che è vita eterna. È questo pane nella sua persona, che è verità, vita, via, corpo, sangue, carne da mangiare, da bere, non solo spiritualmente, ma realmente. Tutto Cristo è il pane della Vita, pane della Parola, pane della Verità, pane della Luce, pane della Giustizia, pane eterno che riempie di Eternità, pane di Dio che ricolma di Dio e lo rimette al suo giusto posto, come vita dell’anima e dello spirito. Nutrendosi, mangiando Cristo, l’uomo ritorna nella vita, perché Dio torna ad essere sua vita. Quando Dio è vita dell’uomo, non si ha bisogno di nient’altro, né del gender e né abusi contro la stessa natura. Queste cose sono per l’uomo che è nella morte che si nutre di morte per la morte, per morire ancora di più, consumandosi in una esistenza di illusione e di vanità, senza alcuna vita. L’uomo cerca morte per la morte. Cristo ti offre vita per la vita eterna.


Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri cercatori di Cristo Gesù.


Autore
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