Eroi senza nome la "Catturandi"
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Eroi senza nome la "Catturandi"

sabato 10 dicembre, 2016

Eroi senza nome, la “Catturandi” di Reggio Calabria
Li chiamano eroi senza nome, ma sono anche senza volto, senza identità, senza una identificazione precisa, sconosciuti, fanno parte di un mondo “a parte”, e tutto quello che per noi è normale della nostra quotidianità per loro è impossibile. [MORE]

Fanno parte della squadra mobile della polizia, La Catturandi, considerata l’Università della Polizia, la squadra mobile di Reggio Calabria, la migliore insieme a quella di Palermo. Come ogni squadra mobile risponde direttamente allo SCO – Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine con finalità investigative, una struttura che ha incrementato la propria attività in particolare dopo la strage di Duisburg dell'agosto 2007 e all'indomani delle catture in Olanda di Strangio e Romeo, avviando una serie di attività finalizzate a rintracciare la filiera di favoreggiamento e restringendo il cerchio intorno ai personaggi molto vicini alla malavita.

Di loro si parla poco, vige una sorta di silenzio soprattutto per salvaguardare la loro sicurezza, la Polizia di Stato ha dettato le regole per tutelarla, sono sconosciuti alla massa, si parla di loro sommessamente, poca stampa, infatti si trovano notizie all’indomani della strage di via Carini (3 settembre 1982), come sempre accade in questi casi, dove lo Stato risponde aumentando gli organici della polizia: l'arresto del latitante è stato possibile grazie alla struttura investigativa formata da personale della Sezione Catturandi della Squadra mobile di Reggio Calabria e da personale specializzato del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine.

Oggi se ne riparla, ma sommessamente, della squadra “Catturandi” del Reparto Operativo di Reggio Calabria, di appena dieci uomini per la precisione, una esiguità numerica che rende ancor più chiara la percezione degli sforzi che si nascondono dietro il successo dell'operazione per la cattura del latitante Ernesto Fazzolari, il primo tra i calabresi ed il secondo più ricercato d’Italia dopo Matteo Messina Denaro, inserito per i suoi “meriti criminali” nella lista dei catturandi più pericolosi d’Europa.

Oggi dove tutto è fiction, si parla del nucleo alla TV “La mafia uccide solo d’estate” ricavato dai libri firmati dall’acronimo di I.M.D. dal titolo “Catturandi”,“100% sbirro” e “La Catturandi – La verità oltre le fiction” dove il poliziotto racconta la caccia ai più pericolosi latitanti di Cosa nostra. Appostamenti, pedinamenti, controllo del territorio, intercettazioni ambientali e telefoniche. Attività che richiedono fiuto, attenzione, cautela, abilità e coraggio. L’autore, che non può svelare il proprio nome e il proprio volto per motivi di sicurezza, racconta dal di dentro quali sono gli strumenti a disposizione di chi svolge sul campo la lotta alla mafia per la cattura dei criminali in fuga, uno spaccato del mondo di questi Eroi senza nome ai quali dobbiamo tutti una grande riconoscenza.


(notizia segnalata da Cristina Vannuzzi)


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