Giornata mondiale per la lotta all'Aids, in Italia 6 nuovi casi Hiv ogni 100mila abitanti
Salute Lazio

Giornata mondiale per la lotta all'Aids, in Italia 6 nuovi casi Hiv ogni 100mila abitanti

martedì 1 dicembre, 2015

ROMA, 1 DICEMBRE 2015 - L'Aids è “uscito dai radar”, ma le infezioni aumentano e il sogno di debellare la malattia si fa sempre più lontano. L'allarme arriva dalle principali istituzioni della salute in occasione della giornata mondiale dedicata alla malattia. Ogni anno 3.500-4.000 persone sono colpite dal virus nel nostro paese, in aumento negli ultimi anni, in media sei su ogni 100 mila abitante. Sono i dati emersi in occasione della Giornata mondiale per la lotta all'Aids, che si celebra ogni 1 dicembre.

Il virus colpisce prevalentemente gli uomini, con il 79,6% dei casi nel 2014, mentre continua a diminuire l'incidenza delle nuove diagnosi nelle donne. L'età media per i primi è 39 anni, per le seconde 36. Quanto alla fascia di eta' maggiormente colpita, è quella dei giovani di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100mila residenti). Dall'inizio dell'epidemia nel 1982 a oggi sono stati segnalati nella Penisola oltre 67mila casi di Aids, con circa 43mila pazienti ormai deceduti. [MORE]

Le modalità di trasmissione sono rappresentate nell'84% dei casi da rapporti sessuali senza preservativo, sia tra eterosessuali che omosessuali. Marginale invece l'apporto di nuove infezioni da parte di tossicodipendenti che usano droghe iniettabili, appena il 4,1%.
 Nessun rischio epidemia, invece, dalle migrazioni, spiegano gli esperti: il 20% della diffusione tra i migranti riguarda il contagio che avviene dopo l'arrivo in Italia. In evidenza la prevenzione, poiché emerge che sempre meno persone fanno il test: oltre il 50% scopre di avere contratto l'Hiv in una fase molto avanzata.

Ma l’aspetto più allarmante al di là dei numeri è un altro. Meno di un quarto delle persone diagnosticate con Aids, spiega il Centro operativo Aids (Coa) ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi. Sempre nel 2014, il 53,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da Hiv aveva un'infezione 'antica' nel tempo. Un dato preoccupante in quanto una quota crescente di persone Hiv positive è inconsapevole della propria sieropositività, infatti, tra il 2006 e il 2014 e' aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di Aids conclamato ignorando la propria sieropositività, passando dal 20,5% al 71,5%".

Secondo l'Istituto superiore di sanità, in Italia i nuovi contagi non diminuiscono, poiché la comunicazione istituzionale in tutti questi anni l'Istituto superiore di sanità è stata il più delle volte inefficace e ha spesso utilizzato l'epidemia da Hiv come "spauracchio per proporre stili di vita e ricette morali che nulla hanno a che fare con la prevenzione".

Per questo non bisogna abbassare la guardia: “Oggi è la giornata per la battaglia all'Aids: dobbiamo fare nuove campagne di sensibilizzazione sulle malattie sessualmente trasmissibili perché non è finita, nessuno si illude che sia finita”, ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Non si fanno le analisi, lo screening, persone che hanno comportamenti a rischio non si controllano. Non solo quindi bisogna proteggersi, bisogna fare le analisi”, ha concluso il ministro.


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