"Io sono Kenji", l'opinione pubblica giapponese si mobilita per il giornalista ostaggio dell'Isis
Estero Molise

"Io sono Kenji", l'opinione pubblica giapponese si mobilita per il giornalista ostaggio dell'Isis

mercoledì 28 gennaio, 2015

NAPOLI, 28 GENNAIO 2015 – Mentre ormai da ore su Twitter circolano voci e smentite sull’avvenuta liberazione di Goto Kenji, il giornalista 42enne ostaggio dell’ISIS, l’intero Giappone si sta mobilitando in maniera accorata per il suo rilascio. Slogan e appelli, che sulla scia di “Je suis Charlie” recitano “Io sono Kenji”, si susseguono in piazza e sui social network. Mai prima d’ora, in occasioni simili, l’opinione pubblica giapponese aveva mostrato una tale partecipazione. [MORE]


I cittadini accusano il Primo Ministro Abe di non stare gestendo nel giusto modo la situazione e chiedono che venga fatto “tutto il possibile” affinchè il giornalista venga liberato. Il leader giapponese per il momento non ha voluto incontrare la madre di Goto, Junko Ishido, la quale ha lanciato un altro appello disperato per il rilascio del figlio col nuovo ultimatum di 24 ore sullo scambio di "prigionieri". La donna ai microfoni di Nhk tv ha detto: "Kenji non ha alcuna animosità verso lo stato islamico. Cosa ha fatto di sbagliato? Non c'è più molto tempo a disposizione, la situazione sta diventando estremamente grave. Spero sempre però nel suo rilascio”, implorando Abe di lavorare con la Giordania per assicurare il ritorno del figlio.


Molti insinuano che Abe abbia affrontato con estrema lentezza la questione per motivi tattici, ossia per rendere più popolare la sua decisione di rivedere la Costituzione pacifista giapponese, e autorizzare quello che è oggi un Esercito di Autodifesa a diventare un esercito a tutti gli effetti.


[foto: tgcom24.mediaset.it]


Antonella Sica

 


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