Ironia e spiritualità: intervista a Stefano "Edda" Rampoldi
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VITERBO 21 OTTOBRE - In occasione dell'imminente pubblicazione per Niegazowana Records con distribuzione Audioglobe di Stavolta come mi ammazzerai? - terzo album di Stefano "Edda" Rampoldi in uscita il 28 ottobre - abbiamo intervistato l'ex voce dei Ritmo Tribale che, dopo tanti anni di pausa artistica, dal 2009 è dedito ad una carriera solista.
Buona Lettura!
Come vi è venuto in mente di sperimentare con un ipad e com'è stato approcciarsi con questo nuovo "strumento musicale"?
Un tempo tanti anni fa c'era un coso che si chiamava registratore geloso, anche se forse il nome potrebbe essere un altro. Si schiacciava un bottone rosso e uno nero e così registrava. Da allora non mi sono più fermato. Appena ho davanti qualcosa o qualcuno vado li e tocco, e mi aspetto sempre che accada qualcosa. A volte mi arriva anche una sberla ma come si fa a smettere di toccare. È così bello.
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Come si costruisce una canzone avendo come punto di partenza la particolarità della tua voce e dei tuoi testi?
Come punto di partenza a volte ho una frase che leggo da qualche parte oppure ascoltando una canzone mi viene in mente una melodia e allora cerco delle parole le prime che mi vengono in mente, tanto per sentire come suona. Poi una parola tira l'altra. Ma il vero problema è l'arrangiamento e li prego Dio che a Fabio CAPALBO o a Luca Bossi venga in mente un 'idea.
Sembrava che dopo "Semper biot" non ci dovesse essere null'altro, poi "Odio i vivi" e adesso stiamo aspettando il terzo disco. Hai ritrovato il piacere a scrivere canzoni?
Si al momento cerco di scrivere una canzone al giorno che, come la mela, leva il medico di torno. La cosa in effetti mi dà abbastanza soddisfazione, come se desse un senso alla giornata. Poi di solito vado a provare le canzoni per l' imminente tour mondiale.
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Cosa ci proporrai di nuovo in "Stavolta come mi ammazzerai", quali differenze ci sono con i tuoi precedenti dischi?
La differenza principale è che è stato suonato tutto insieme a Luca e Fabio. Loro hanno fatto gli arrangiamenti anche assieme a DAVIDE la Sala che mi ha registrato il disco nel suo studio e ha suonato la chitarra in “PATER” e “Tu e le rose”. Siamo stati lì dentro per due mesi poi ci sono i fiati di Mauro “Otto” Ottolini e le percussioni di Sebastiano De Gennaro che ringrazio di cuore.
Come e da cosa nascono i tuoi testi?
Leggo una rivista che si chiama btg back to godhead . Ci sono vari articoli e da li prendo le parole. A volte invece leggo un' altra rivista in italiano che si chiama ritorno a krishna e attingo a tutto spiano. Mi interessa solo quello ormai, di tutto il resto non ne afferro più il senso. Del resto è sempre stato così . Mi voglio allontanare il più possibile da tutto e tutti. Ormai è ufficiale : mi spaventate.
Una domanda che tutti i tuoi fan storici vorrebbero farti, ci potrebbe essere una remota possibilità di un ritorno dei Ritmo tribale?
Tutto è possibile ma la conditio sine qua non è che perda un pò di kg.
Cosa ne pensi di questa nuova generazione cantautoriale?
I giovani scrivono canzoni troppo lunghe con troppe parole. Alex Grazian invece no, e io seguo il suo esempio.
Giunto a questo punto della carriera da musicista cosa ti auguri per il prossimo futuro?
Mi auguro di morire presto e in grazia di krishna, così non devo più tornare nel mondo materiale ma me ne sto li ad ascoltare krishna che suona il flauto e mi dicono che sia molto bravo.
Tre dischi che consigli di ascoltare ai lettori di GrooveOn?
Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, qualsiasi cosa vi capiti in mano di Heinrich Ignaz Franz von Biber e Goddess of fortune che è un disco prodotto da George Harrison. Saluto e bacio tutte le vostre lettrici e una maschia stretta di mano a tutti i vostri lettori. Grazie comprate il disco o mandatemi dei soldi a casa oppure fatemi la spesa. E se vedete mio padre sparate a vista vi ringrazio anticipatamente. HARI bol.
Federico Laratta
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