La chiarezza di una risposta!
Fantasticherie del cuore Calabria

La chiarezza di una risposta!

lunedì 12 settembre, 2016

Si vive in un mondo dove l’uso della parola e di un qualsiasi messaggio comunicativo, tendono ad essere uniformati alle attitudini del momento. La verità intesa come valore ontologico universale che precede l’azione è in netta discesa.[MORE]

I valori non sono più eterni, ma si prestano alla negoziazione quotidiana e con essi “nuovi diritti” confondono il cammino dell’uomo. Le acque sconnesse che agitano una qualsiasi comunità più volte si prestano a dare ad ognuno l’impressione di avere tutto ciò che si vuole. Nel tempo verrà purtroppo fuori una precarietà sociale spaventosa, capace di ferire la stabilità umana e aprire scenari imprevedibili personali e collettivi. Non è certo un mistero se tutto questo sia spesso il frutto di una mancata trasparenza di pensiero.

Quanto si costruisce nell'ambiguità concede nell’immediato risultati forse sperati, ma di riflesso indebolisce le fondamenta primarie dell’essenza naturale umana. La chiarezza di una risposta può fare anche male, ma stabilisce un rapporto terso tra qualunque tipo di interlocutori e sgombra il campo da ogni possibile manipolazione. Per un cristiano la parola va usata di continuo per creare qualcosa di positivo e per promuovere il bene, mai per distruggere; per abbattere; per fare il male. L’uomo sceglie liberamente il suo percorso di vita e i suoi punti di riferimento. La libertà e il benessere vengono fin da sempre dalla parola di Dio e non di certo da quella di satana. Eva ad esempio volle scegliere quella del Maligno, costringendo l’umanità intera a non essere più naturalmente, come nelle sue origini, dalla parola del Signore, ma dipendere da quella dell’uomo.

Quest'ultima non esita ogni giorno ad essere fonte di corruzione, di malessere e di violenze senza limiti. La realtà che ci circonda delimita infatti un quadro devastante e pieno di insidie quotidiane. La cristianità insegna che il “si” va sempre detto per il bene, mentre il “no” va orientato senza sosta verso il male, perché opposto alla volontà di Dio. Bisogna comunque stare attenti dinnanzi a quelle forme del bene che sono tali solo nella loro apparenza. Esse potrebbero non essere conformi al pensiero del Signore e alle sue leggi non negoziabili. In questi casi bisogna avere il coraggio di dire no, evitando di essere parte del senso relativistico che impera nella società, anche se si rischia di perdere consenso e interessanti compiacenze di diversa natura.

Il bene non si controlla con le graduatorie di merito compilate dalla mente umana, ma con la fraternità evangelica che si riesce a trasmettere al prossimo, chiunque esso sia. Un atteggiamento individuale e sociale oggi non troppo riconosciuto, perché la cultura egemone spinge a consolidare quello che si ha, pur se privo di elementi generanti. Conformarsi al bene vero comporta a volte la rinuncia di un qualcosa già conquistato. Gli apostoli lasciarono le barche e la pesca per seguire il Messia. Oggi si fa fatica anche a dismettere un vizio acquisto, nonostante le sue conseguenze nefaste. Si rischia di dedicare la propria vita ad un mare di cose che il tempo mostrerà nella loro inutilità, quando sarà ormai tardi per ricominciare. Urge una rivoluzione della chiarezza, in cui la parola dell’uomo sia da quella di Dio, per dare risposte chiare e saper cogliere le verità altrui.

Egidio Chiarella

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