La Grecia al bivio:cedere al ricatto della finanza o scegliere la democrazia e la difesa dei diritti
Politica Calabria

La Grecia al bivio:cedere al ricatto della finanza o scegliere la democrazia e la difesa dei diritti

giovedì 2 luglio, 2015

Riceviamo e pubblichiamo
02 LUGLIO 2015 - LCI segue con trepidazione le vicende della Grecia in queste ore decisive per la sua situazione economica. Mentre i giornali economici si lanciano in dissertazioni sulle percentuali e tracciano analisi puramente finanziarie, la popolazione ellenica è sottoposta alla minaccia della perdita dei diritti fondamentali e della sovranità.

LCI considera fuori da ogni regola di convivenza civile le imposizioni richieste da una Europa che sembra sempre più un potentato teutonico e dal Fondo Monetario Internazionale che si comporta come braccio armato della finanza: ai diritti e alla sopravvivenza di un popolo si privilegia il rispetto delle scadenze di cambiali che sono il risultato di cattivi governi e di una finanza sempre più deregolamentata. [MORE]

In Grecia, come in Italia ed in altri paesi, governi di destra e di sinistra hanno generato un colossale debito che viene fatto ricadere sulle spalle dei popoli: non si tratta di danni collaterali, ma dei risultati di scelte scellerate. La Grecia, muovendosi con coraggio, ha compiuto un audit sul suo debito, identificando le componenti legittime, quelle illegittime e quelle tossiche. Il pacchetto di iniziative che il governo guidato dal Primo Ministro Tsipras ha proposto mira a consentire alla Grecia di restituire la parte legittima del debito, quella dovuta, ma senza strangolare il paese nelle catene del debito illegittimo. La Grecia si è vista rifiutare dall' Europa la richiesta, assolutamente legittima, di fare approvare dal suo Parlamento le proposte sulle quali Syriza ha vinto le elezioni. Il pacchetto contiene riforme coraggiose e fondamentali come quelle che prevedono la lotta alla evasione fiscale e alla corruzione, l'istituzione di un'autorità fiscale indipendente, la riforma dell' imposta sul reddito, la regolamentazione e tassazione delle frequenze televisive.

Queste riforme sono tese a correggere alla radice la generazione del debito e a creare una redistribuzione del carico fiscale e della ricchezza nel paese. Per questo, esse risultano evidentemente indigeste alle lobby europee degli speculatori e, ovviamente, delle banche, politicamente forti e potenti ovunque.

LCI, che da sempre auspica la nascita di una Europa dei popoli, improntata a principi condivisi di uguaglianza, equità, giustizia e difesa dei diritti inviolabili della persona umana, basata su una democrazia di stampo sociale e sulla solidarietà politica ed economica fra gli stati, ritiene immorale che il governo italiano, in questa emergenza, non appoggi con decisione la Grecia, assistendo impassibile allo strangolamento economico di uno stato membro ed inondando i media di messaggi mielosi e tranquillizzanti sulle conseguenze della situazione ellenica sul nostro paese. LCI considera le riforme sinora messe a punto dal nostro governo inadeguate alla situazione di crisi in cui si trova l'Italia ed auspica che, come in Grecia, anche nel nostro paese nasca un movimento di opinione che chieda interventi seri e radicali a partire dalla riforma del sistema fiscale basata sull'articolo 53 della Costituzione e dalla lotta senza quartiere alla finanza speculativa.

LCI è quindi al fianco della Grecia in questa prova di democrazia ed auspica che, attraverso questa lezione impartita a tutti dal popolo ellenico, l'Europa sappia ritrovare la sua vera essenza.

Tutti devono fare il proprio dovere ed onorare la parte legittima dei propri debiti, ma la crisi della Grecia ha avuto inizio con l'insostenibilità del debito pubblico e finirà solo quando il debito pubblico diventerà nuovamente sostenibile. Lo stesso vale, ovviamente, per l'Italia, il cui debito pubblico è ben sopra i 2.000 miliardi di Euro con rapporto debito/PIL che va ben oltre il 130% (133,8% nel secondo trimestre 2014) ed una quota di interessi già pagati che, dal 1980, supera i 3.000 miliardi, più di quanto oggi ammonta il debito stesso.

Notizia segnalata da ( LCI Lista civica Italiana )


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