Lipari, la "rivolta dei pancioni"
Cronaca Sicilia

Lipari, la "rivolta dei pancioni"

lunedì 10 ottobre, 2011

LIPARI (MESSINA), 10 OTTOBRE 2011 – Partorire, dicono, sia una delle esperienze che “segnano” la vita di una donna. Se per caso capita di dover partorire a Lipari, nelle Eolie, sarà un'esperienza ancor più memorabile, dato che il percorso da casa all'ospedale prevede l'utilizzo di un aliscafo.[MORE]

Da qualche giorno, infatti, le future mamme stanno protestando per la chiusura del reparto di ostetricia, che le obbligherebbe, nel caso l'atto diventasse effettivo, a dover andare in un ospedale della terraferma, dato che quello che si vuol chiudere è l'unico reparto di ostetricia presente nelle isole. La protesta, esplosa anche a Cefalù, nelle Madonie e in altre zone della Sicilia ha costretto la commissione dell'Assemblea Regionale Siciliana (Ars) a rinviare di un mese la pubblicazione del decreto proposto dall'assessore alla Sanità Massimo Russo (sfiduciato nei giorni scorsi) che prevede la soppressione di ben 23 “punti nascita” in tutta l'isola. Sospensione resasi necessaria data «la delicatezza del tema», come ha commentato il presidente della commissione sanità dell'Ars Giuseppe Laccoto.

Le proteste ruotano intorno al previsto accorpamento dei punti nascita, che andrebbero a formare – nell'idea dei promotori della riforma – una guardia ostetrica operativa ventiquattro ore su ventiquattro (composta da sole due ostetriche). Questo perché l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito in 500 nascite all'anno il “livello minimo” necessario a tenere aperto un punto nascita. Cifra irraggiungibile nelle isole.

La “rivolta dei pancioni”, peraltro, vede schierati accanto alle future mamme più di un migliaio di persone – per lo più studenti – il cui corteo dei giorni scorsi ha bloccato gran parte delle vie del centro cittadino, e altre manifestazioni sono in programma per la prossima settimana. Lo scorso mercoledì, per un'ora, la protesta ha visto anche la partecipazione degli operai che in questi giorni stanno lavorando in un cantiere proprio nella struttura in cui il reparto di ostetricia è stato chiuso. Mentre l'assessore taglia personale e posti letto, infatti, si costruisce – al costo di 7 milioni di euro, due in più rispetto a quanto previsto – una nuova ala dell'ospedale.
E nei giorni scorsi l'eco delle proteste è arrivato – insieme a Mariano Bruno, sindaco di Lipari – anche nella capitale, dove il primo cittadino ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta, chiedendogli di rivedere la legislazione delle isole in materia sanitaria.
In attesa di capire come andrà a finire, comunque, le future mamme non hanno alcuna intenzione di riposarsi.

Andrea Intonti


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