Raccoglie firme su Internet per legalizzare la marijuana
Salute Puglia

Raccoglie firme su Internet per legalizzare la marijuana

mercoledì 29 gennaio, 2014

BARI- Dopo la sperimentazione in Puglia e il decreto che ne autorizza l’uso a scopi medici, tiene ancora banco la vicenda della cannabis a scopo terapeutico per i malati di SLA. Maddalena Migani, mamma 36enne di due bambine, ha lanciato una petizione on line per raccogliere le firme per liberalizzare la cannabis.[MORE]

E lo fa con cognizione di causa ed esperienza diretta. La donna afferma che la cannabis è l’unica alternativa al cortisone e gli effetti della pianta si fanno sentire subito, perché quando riesce a procurarsene un po’, i dolori si alleviano e riesce anche a dormire meglio. Non poco per un’ammalata, costretta a convivere con una malattia che giorno dopo giorno rallenta i riflessi e indebolisce il corpo, dando dolori e spasmi lancinanti. E non è la sola. Anche Lucia Spiri di Racale, affetta da SLA, vorrebbe la cannabis accessibile, tanto da aver fondato allo scopo il 'Cannabis social club d'Italia' insieme Andrea Trisciuoglio, con cui condivide la stessa malattia.

Maddalena scopre che la marijuana le è utile, ma non lo fa dopo aver fumato uno spinello, tra l’altro l’uso più stupido che se ne possa dare. Si è semplicemente informata e ha scoperto che in Puglia, per l’esattezza a Casarano, in provincia di Lecce, si sperimentava la marijuana a scopi terapeutici. In casi clinici gravi come la SLA, ci si affida a tutto pur di stare meglio. La cronaca è piena di ciarlatani che hanno spacciato i peggiori intrugli come la migliore panacea. Neanche il suo medico e il suo chirurgo erano molto convinti, però Maddalena decide di non demordere e parte in questa nuova avventura, carica di domande. Non restava che provare. Si ma come? Fumarsi uni spinello? No, perché ci prova ma le gira la testa. Tipica sensazione che si avverte quando non si è mai fumato. Succede anche con le sigarette. Il rpimo tiro della vita fa girare la testa. Maddalena prova allora nel più classico dei modi, cioè mangiandola, o meglio mettendola sotto la lingua. I risultati arrivano subito e la sua vita migliora, tanto che anche la continua minzione, disagio legato alla SLA, diminuisce d’intensità .

La storia di Maddalena è comune a tanti ammalati. La malattia è infame e degenera giorno dopo giorno e le difficoltà aumentano in maniera esponenziale. Si perde il posto di lavoro perché diventa impossibile compiere anche le mansioni più semplici. Quando le hanno diagnosticato la SLA, il suo primo pensiero è stata la maternità,. Ora ha due figlie di 3 e 6 anni. Le gravidanze hanno minato il suo fisico, tanto che oggi accusa gravi problemi all’occhio sinistro.

Ok, ma cosa si può fare per stare meglio? Che medicinali si possono prendere? Le ricerche scientifiche sull’uso terapeutico della marijuana, ad oggi, non sono sufficienti. Da un lato ci sono gli esperti che invitano a non confondere spinello libero e uso terapeutico dei cannabinoidi. Dall’altro la politica, da sempre divisa tra proibizionisti e favorevoli. Ma non si tiene conto che, almeno in campo medico non dovrebbero essere contenute, nei farmaci a base cannabinoide, le sostanze che danno effetto psicotropo, come il THG.

Diego Centonze, ricercatore Aism- Associazione italiana sclerosi multipla speiga che al momento l'unico farmaco a base di cannabis indicato per i pazienti sclerosi multipla è il Sativex, uno spray utile per i pazienti, fornito dal Sistema sanitario nazionale. Per quanto riguarda la cannabis, non esistono prove concrete che possa aiutare i pazienti a stare meglio. Però, se effettivamente, come dicono gli ammalati, con la cannabis si sta meglio, perché non consentire tale cura, che di certo non elimina la malattia, ma almeno ne riduce gli effetti più fastidiosi?
Sul mercato internazionale esiste il Sativex, messo nel 2005 sul mercato canadese. Per maddalena non va bene, perché, come spiega il suo neurologo, il Sativex si usa per i casi di ipertono, caratteristica in lei non presente. Maddalena riesce a star meglio solo con la cannabis e il suo sogno sarebbe comprarla in farmacia, come tutti gli altri farmaci. Non sta chiedendo lo spinello libero per il gusto di sballarsi per strada. Chiede un farmaco che la faccia stare meglio.

Oltre il Sativex, sul mercato esistono altri farmaci a base di marijuana e vengono somministrati non solo agli ammalati di SLA, per alleviare il tremore, ma anche in presenza di glaucoma o in casi di AIDS per limitare la nausea durante la chemioterapia. Di quelli a base di marijuana non se ne conoscono gli effetti collaterali. Per questo spesso si usano farmaci definiti di prima scelta, che sono stati sottoposti a molteplici studi. La stessa dottoressa Pacifici afferma che i farmaci a base di cannabis si possono usare per coloro che non rispondono ai trattamenti con in farmaci di prima scelta.

In molti Stati d’Europa l’uso di farmaci cannabinoidi è una realtà da anni. La situazione italiana vede alcune Regioni, come Toscana, Liguria e Veneto che hanno approvato l’uso terapeutico della cannabis. In queste Regioni è possibile la distribuzione a gratis in farmacie ed ospedali, nonché la produzione il loco della materia prima.
La Regione Puglia ha approvato, all’unanimità del consiglio regionale, la legge che ne disciplina l’uso. Una battaglia portata avanti dal capogruppo SEL in consiglio regionale Michele Losappio. www.infooggi.it/articolo/cannabis-la-regione-puglia-dice-si/58676/
Maddalena, e tanti altri come Maddalena, possono e devono curarsi. È un loro diritto inalienabile.

Giovanni Dimita


 


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