Pianeta carcere: un protocollo per garantire diritti e opportunità ai detenuti
Politica Umbria

Pianeta carcere: un protocollo per garantire diritti e opportunità ai detenuti

mercoledì 26 novembre, 2014

PERUGIA, 26 NOVEMBRE 2014 - Per garantire la «fruibilità dei diritti e delle opportunità delle persone detenute», in mattinata, nella sede della Giunta regionale (Palazzo Donini), è stato siglato un protocollo d’intesa tra la Regione e il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia, rispettivamente rappresentati dalla vicepresidente Carla Casciari e dal vicedirettore Antonio Bartolini.

Si pone l’accento sulla dimensione rieducativa della detenzione, in vista del reinserimento sociale dei detenuti: in tal senso, la Casciari precisa che la «Regione, è fortemente impegnata in questo percorso di inclusione sociale delle persone ristrette, a tal fine sono state investite risorse finalizzate alla formazione e al reinserimento lavorativo». E aggiunge: «Vogliamo continuare a potenziare i percorsi di valorizzazione della condizione di vita e del lavoro dei detenuti sia dell'area penale interna che esterna, anche in vista di una più accurata integrazione con il territorio e la comunità di riferimento».

L’emergenza carceri, nei giorni scorsi, è stata anche al centro di un convegno organizzato nel capoluogo umbro dai parlamentari Pd, “Carcere, una pena civile in un sistema giusto ed efficiente”. Il deputato Walter Verini, nel suo intervento di apertura aveva dichiarato che «Occuparsi di carceri non è un lusso, è un dovere, anche morale», sottolineando quanto sia importante per la società civile e la classe politica prestare attenzione «alle esigenze delle fasce più deboli».[MORE]

Grande assente il sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), che informa sulla drammatica situazione delle carceri umbre: «Dal 1° gennaio al 30 giugno di quest’anno si sono contati 72 atti di autolesionismo, 10 tentati suicidi, 31 colluttazioni e 15 ferimenti. E sono stati ben 2.354 i detenuti che hanno dato vita, in soli sei mesi, a manifestazioni di protesta per l’indulto, l’amnistia e migliori condizioni detentive. Ogni due giorni nelle carceri umbre un detenuto si lesiona il corpo ingerendo chiodi, pile, lamette, o procurandosi tagli sul corpo. E ogni tre settimane un ristretto dell’Umbria tenta il suicidio, salvato dal tempestivo intervento delle donne e degli uomini della polizia penitenziaria».

 

Domenico Carelli

(Foto: unionedirittiumani.it)


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