Renzi, l'Europa e la lettera Ue
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Renzi, l'Europa e la lettera Ue

mercoledì 26 ottobre, 2016

ROMA, 26 OTTOBRE - A poco più di un mese dal referendum costituzionale, i problemi di coesione tra Italia ed Europa poco preoccupano (apparentemente?) il presidente Renzi. Che ora si gioca il tutto per tutto, virando dritto per la propria strada nonostante la lettera di chiarimenti Ue in relazione alla manovra presentata negli scorsi giorni.[MORE]

Basti pensare alle dichiarazioni successive alla ‘tirata di orecchie’ comunitaria: «Se l’Ungheria, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, ci fanno la morale sui nostri migranti e poi non ci danno una mano e vogliono i nostri soldi, nel 2017 tutta l’Italia deve stare al fianco del governo per dire che non ce n’è». Ed ancora: «I soldi non passano dai muri. Se tiri su un muro, i soldi degli italiani te li scordi».

Dichiarazioni che confermano la strategia degli ultimi due mesi: dal vertice di Bratislava, nel quale si era consumato lo strappo con i leader di Francia e Germania Hollande e Merkel, Renzi gioca come un’acrobata sul filo decisivo per il proprio futuro. Un filo ben collegato alle sorti dell’Europa. Una Europa confusa ed in difficoltà, ferita dalle incertezze post Brexit e dalla incapacità di farsi padrona dei principali problemi sul tavolo comunitario, in primis il tema rifugiati.

Ed allora Renzi non arretra, dicendosi pronto a porre persino il veto sul bilancio Ue, «perché diamo all’Europa 20 miliardi e ne prendiamo 12». Una battaglia atipica, tesa alla difesa della sovranità e forse persino nazionalista. Cercando di attrarre a sé quel consenso necessario per evitare la vittoria del No all’appuntamento cardine dell’anno politico italiano.

La lettera Ue è dura ma probabilmente meno di quanto ci si potesse aspettare. Perché il futuro europeo è anch’esso legato all’esito referendario, molto spesso degradato a test governativo piuttosto che analizzato nel merito. I nodi sono legati alla differenza sostanziale secondo l’Europa, rispetto agli impegni presi dall’Italia nella scorsa primavera in materia di conti pubblici. Altri chiarimenti sono richiesti in merito alle ‘spese straordinarie’ di terremoto e migranti. Il riferimento è dunque ad una lettera del governo italiano datata 17 maggio 2016.

Ora l’Italia avrà circa 48 ore per replicare ai rilievi europei: sono attesi chiarimenti entro la giornata di giovedì 27 ottobre per consentire alla Commissione di fare «ulteriori analisi». I commissari Moscovici e Dombrovskis valuteranno la situazione generale. Una situazione che coinvolge anche Belgio, Spagna, Lituania, Cipro, Portogallo e Finlandia, anch’esse destinatarie delle osservazioni di Bruxelles.

Tuttavia, pare che il braccio di ferro continuerà a maggior ragione ora che l’asse Renzi-Padoan sia parecchio allineato. Senza le spese per migranti e terremoto «il nostro deficit sarebbe meno del 2%, una cifra bassissima» spiega il ministro dell’Economia, confermando come la manovra «sarà mantenuta». Con un occhio ai dettagli tecnici: altra cosa non da poco. Prima di un futuro ancora tutto da scrivere.

 

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta


Autore
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