Riciclaggio: operazione "Money Gate", Procura Palmi, Cosentino "dominus" del sistema
Cronaca Calabria

Riciclaggio: operazione "Money Gate", Procura Palmi, Cosentino "dominus" del sistema

lunedì 29 maggio, 2017

PALMI (RC), 29 MAGGIO - E' indicato come "dominus" di un'associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalita', finalizzata alla commissione dei reati di appropriazione indebita, di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, di dichiarazione infedele, nonche' di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, Giuseppe Cosentino, presidente del Catanzaro calcio, finito ai domiciliari, stamane, con la figlia Ambra ed altre persone nell'ambito dell'operazione "Money Gate", eseguita dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria e coordinata dalla Procura della repubblica di Palmi (Rc). [MORE]

Reati di riciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti sono addebitati anche alla moglie di Cosentino, Francesca Muscatelli (indagata ma non destinataria di provvedimenti restrittivi alla quale sono stati sequestrati beni per un milione 80.000 euro con la figlia), a due cittadini elvetici, amministratori di societa' svizzere e ai rappresentanti legali di imprese commerciali che hanno emesso fatture false. Cosentino, secondo gli inquirenti si avvaleva "di sistemi collaudati" per realizzare reati di natura fiscale ed appropriarsi indebitamente in danno della societa' e dei creditori della Gicos, di 8 milioni 873.664,56 di euro. Soldi accumulati, secondo la Procura di Palmi, nel corso degli anni attraverso versamenti e depositi di denaro contante su conti correnti svizzeri, derivanti da vendite in nero e dalla utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.

La Gicos, negli anni d'imposta 2006, 2007 e 2008, si sarebbe avvalsa di fatture false per quasi 2 milioni emesse da una societa' con sede negli Stati Uniti che ha effettivamente ricevuto i pagamenti dovuti. Gli accertamenti avrebbero, tuttavia, dimostrato che pochi giorni dopo l'avvenuto accredito, le somme erano state restituite (trattenendo una percentuale intorno al 5%) con bonifico su una serie di conti correnti in Svizzera intestati a societa' con sede in paradisi fiscali (Isole Vergini Britanniche, Panama) di fatto riconducibili a Cosentino. Successivamente all'accredito, le stesse somme sarebbero state trasferite su altri conti correnti svizzeri intestati a societa' estere riferibili sempre a Cosentino o trasferiti su conti correnti cifrati. Sarebbero poi stati individuati proventi derivanti da vendite in nero, fatti transitare sui conti correnti aperti da dipendenti della Gicos al fine di essere prelevati in contanti (prevalentemente con banconote del taglio di 500 euro), successivamente versati sui conti correnti personali di Cosentino e dei suoi familiari, o depositati in cassette di sicurezza intestate sempre a Cosentino e alla figlia Ambra e trasferiti in Svizzera su conti riconducibili all'imprenditore.

La Gicos avrebbe omesso di fatturare una quota parte dei propri ricavi e fatto confluire i relativi pagamenti sui conti correnti intestati ai suoi dipendenti. Questi ultimi, successivamente, emettevano assegni a favore di ulteriori dipendenti, che, infine, li incassavano in contanti. Da rogatorie con la Svizzera sarebbe emerso che sono stati effettuati, nel periodo 2006/2011, versamenti di contanti per 4 milioni 59.580. Di questi, un milione sarebbe stato versato in contanti il 5 ottobre 2011 su un conto corrente cifrato riconducibile ad Ambra Cosentino. Somme poi trasferite su un conto corrente, sempre in Svizzera, di un'altra societa' estera, convertite in franchi svizzeri e ancora spostate su un altro rapporto bancario per finire infine su trasferite su un conto corrente localizzato alle Bahamas.

I soldi, dopo essere stati detenuti in Svizzera, sono stati fatti rientrare in larga parte (per complessivi 5,6 milioni) in Italia su conti correnti intestati ad una societa' fiduciaria, tramite lo scudo fiscale, che ha consentito la regolarizzazione delle attivita' finanziarie e patrimoniali trasferite o detenute all'estero in violazione degli obblighi previsti dal "monitoraggio fiscale". Cosentino avrebbe fatto rientrare in Italia, nell'ambito dello "scudo ter", 2.320.504,92 provenienti da un rapporto finanziario acceso in un istituto di credito di Hong Kong. Le somme procedure sarebbero, poi, state utilizzate per investimenti finanziari (acquisto e vendita di titoli); nonche' a garanzia di un'apertura di credito per 3 milioni a valere su un conto corrente a lui intestato, a sua volta utilizzato per acquisti da varie imprese a mezzo bonifici, nonche' per erogazioni alla Gicos stessa e al "Catanzaro Calcio 2011 Srl", classificate come "anticipo socio". 

   Nel mese di luglio del 2013, su disposizione della magistratura, erano stati eseguiti decreti di perquisizione e sequestro nei confronti della societa' e di alcuni indagati, con il contestuale sequestro di documentazione contabile, extracontabile, nonche' disponibilita' finanziarie detenute in cassette di sicurezza in una filiale di Milano della Banca Intesa San Paolo e nelle abitazioni di residenza: tra contanti e titoli, 466.640 euro. L'intervento dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria avrebbe impedito ad Ambra e Giuseppe Cosentino ed a Stefano Noschese di effettuare il trasferimento all'estero del denaro custodito nelle cassette di sicurezza di Milano. Secondo gli accertamenti effettuati dai militari, infine, Cosentino ha omesso di dichiarare, per gli anni d'imposta dal 2006 al 2011, redditi per oltre 7,3 milioni di euro. (Agi


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