Riforme istituzionali. Primo step al Senato
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Riforme istituzionali. Primo step al Senato

lunedì 21 luglio, 2014

 ROMA- 21 LUGLIO 2014- Il primo passo per le riforme istituzionali si è avuto al Senato. Ben 1700 emendamenti presentati e al momento nulla di fatto. Sulle barricate è salita la ministra per le riforme Maria Elena Boschi, particolarmente agguerrita nella sua replica a chi accusava la riforma di svolta autoritaria[MORE] 

Quella che Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano chiama Karina Huff Boschi non accetta la nomea di autoritaria e definisce allucinazioni e bugie quelle che in aula sono state proteste contro la riforma. Le opposizioni hanno mugugnato e non poco, ma Boschi si è detta disponibile a perdere tempo con l’ostruzionismo, potrà anche sacrificare le ferie, ma il governo manterrà l’impegno di cambiare il Paese. Su questo cambiamento e sull’impianto fondamentale della riforma, Boschi assicura di avere l’appoggio del mondo accademico, anche se lo stesso ministro sostiene che tutto è migliorabile.
Di tutto altro avviso il senatore Corradino Mineo, protagonista nei giorni scorsi, insieme ad altri 12 colleghi di Palazzo Madama, dell’autoesclusione dall’aula in segno di protesta, il quale afferma che il provvedimento sulle riforme costituzionali è inconsapevolmente autoritario; nessuno voleva che si arrivasse a questo esito, ma il testo si può correggere in Aula. Mineo e gli altri dissidenti del PD sono stati chiari sin da subito, chiedendo un sistema bilanciato e il Presidente della Repubblica garante per tutti.
Il M5S con Crimi ha fatto sapere che il suo partito depositerà disegno di legge costituzionale per un referendum sulle riforme.
I lavori sono andati avanti per tutta la giornata, tra proteste, interruzioni e continui interventi del presidente Pietro Grasso. Non sono mancate le citazioni colte di Tommaso Moro e degli altri pensatori del Rinascimento, senza tralasciare De Filippo. Per il ministro Boschi citazione colta di De André, quando nel suo discorso ha affermato il concetto di aspettare domani per avere nostalgia. Il testo è di “Se ti tagliassero a pezzetti”.
La riforma non parte con il piede giusto. Ci si appresta a un cambiamento epocale per la Costituzione, entrata in vigore nel 1948. Bisognerebbe partire da un quesito più semplice: cosa non funziona dopo 65 anni?


Giovanni Dimita


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