Slitta a data da destinarsi la Direzione Nazionale del PD. Scontro con la Minoranza Dem
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Slitta a data da destinarsi la Direzione Nazionale del PD. Scontro con la Minoranza Dem

venerdì 24 giugno, 2016

ROMA -  Botta e risposta a distanza tra la minoranza Dem ed il Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. La Direzione Nazionale del Partito Democratico prevista per il pomeriggio del 24 giugno, alle 15, non ci sarà. La decisione è stata presa dal Segretario del partito, Matteo Renzi, per poter seguire da vicino i risultati del referendum sull Brexit.

[MORE]Seppur rinviata a data da destinarsi, la direzione nazionale del PD - che avrebbe dovuto portare all'analisi del voto dopo il pessimo risultato del Pd ai ballottaggi delle elezioni amministrative del 19 giugno scorso - continua ad infiammare i conflitti interni tra renziani e minoranza dem.

Mentre gli ultimi si sono riuniti il 23 giugno per discutere della linea da seguire, il Premier ha affidato la sua replica alle colonne de "La Stampa". "Mi viene da sorridere a guardare la piccola folla che pensa di scendere dal carro del presunto sconfitto, con la stessa rapidita' con la quale ci era salita", dichirara il presidente del Consiglio, Matteo Renzi nell'intervista. "Al mio partito, farò un discorso chiaro: un discorso che somiglierà ad una sfida" spiegando che non si tornerà al Pd dei "caminetti" tra capicorrente. "Se vogliono quello - dice - hanno una via dritta: trovarsi un nuovo segretario. Il Congresso non e' lontano, possono provarci".

Sarcastica la risposta di Gianni Cuperlo, leader dell'ala sinistra del Partito Democratico, che continua a lamentare l'assenza di condivisione nel PD. "Ho appreso dello slittamento della Direzione Pd dalle notizie di stampa. Suppongo che il Presidente del Consiglio sia impegnato sul versante Brexit, quindi da parte nostra non c'e' alcuna polemica. Comprendiamo il momento, ci mancherebbe altro...".

A smorzare i toni ci prova - dalle colonne di "La Repubblica" - il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: "Basta con il fuoco amico nel partito. Dobbiamo ritrovare l'unità, ritornare a essere una comunità, un collettivo: serve ora una svolta sociale".

Il segretario punta sul rilancio del partito, e l'occasione scelta per misurare la salute e la forza del PD è il referendum di ottobre. Probabilmente Renzi chiederà ancora al PD di spiegare agli elettori i contenuti del ddl Boschi, parlando direttamente agli italiani, senza rincorrersi nelle beghe interne. Inoltre, rivendicherà anche i provvedimenti realizzati dal governo sul fronte sociale, sui quali l'ala sinistra è fortemente sensibile.

Secondo indiscrezioni, all'orizzonte ci sarebbe anche l'eventualità che si vari una vera e propria "squadra" refererendaria, mentre - per quanto riguarda la segreteria - il Presidente del Consiglio ha messo in chiaro che non seguirà logiche di correnti: "niente caminetti", facendo intendere di non volere in alcun modo farsi commissariare da chi spinge da una parte e dall'altra.

Occhi puntati anche sul Senato, dove i malpancisti criticano fortemente l'appoggio di Verdini al Governo. Secondo i renziani, continuare ad attaccare Verdini porterebbe dritti al voto anticipato, evenienza che Renzi ha inteso escludere in più occasioni.

Intanto Ala ha già mandato un chiaro segnale al PD. Durante la votazione su un emendamento dell'azzurro Caliendo, il Governo è andato sotto anche perchè tutto il gruppo dei verdiniani si e' espresso con FI. Nonostante le precisazioni di Schifani per Ap e di Falanga per Ala, anche al Nazareno c'è preoccupazione.

Daniele Basili


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