Terremoto, Italia: mancano risorse e norme stringenti per prevenire gli ingenti danni
Cronaca Lazio

Terremoto, Italia: mancano risorse e norme stringenti per prevenire gli ingenti danni

giovedì 25 agosto, 2016

RIETI, 25 AGOSTO - Alessandro Martelli, ingegnere sismico e presidente del Glis, stima che circa “l’’80% dei fabbricati nelle zone ad alto rischio non reggerebbe un terremoto come quello della scorsa notte.[MORE]

Crollerebbero tutti”. Martelli è stato docente presso l’università di Ferrara, ma intorno ai primi anni Duemila gli venne tolta la cattedra ad architettura in Costruzioni in zona sismica, in quanto considerata “inutile nella regione”. Qualche anno dopo ci fu il terremoto in Emilia-Romagna. “Il problema grave di questo territorio – spiega Martelli a ilfattoquotidiano.it – è l’enorme patrimonio edilizio del Paese, che è vecchio e non è in grado di sostenere questi terremoti”.

In seguito al disastroso terremoto in Irpinia, anni ’80, furono introdotte in Italia specifiche norme antisismiche cui adeguare le costruzioni. Suddette norme verranno aggiornate solo in risposta ad altri cataclismi verificatisi negli anni in Italia, a tragedia compiuta insomma. Stando a quanto riferito dal sismologo Massimo Cocco, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il 50% delle scuole sarebbe stato costruito prima del 1981. Ma la legge non impone l’adeguamento e il miglioramento sismico, con Comuni e Regioni obbligati solo ad uno studio di vulnerabilità dei palazzi di loro proprietà: verificano se sono sicuri o meno e la norma s’intende rispettata.

Due i problemi sostanziali che interessano l’Italia e l’insicurezza in cui versa dal punto di vista sismico: carenza di finanziamenti e assenza di una mappa dei fabbricati a rischio. “Il governo dovrebbe stanziare ogni anno una somma nella sua Finanziaria per arrivare alla sicurezza nel giro di un decennio – spiega Martelli – E invece ogni anno dicono che non ci sono soldi, aggravando la situazione. Poi, quando ci sono terremoti di questo tipo, si spende tre volte tanto di quello che si saprebbe dovuto spendere.

In Giappone, un sisma del genere, non avrebbe fatto notizia perché hanno investito molto nell’edilizia”. Nel Paese più rischioso d’Europa dal punto di vista sismico, assieme a Grecia e Turchia, neanche la prevenzione pare sia destinata a funzionare. “Da anni diciamo che in Italia siamo ben lontani da una cultura di prevenzione – spiega Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale dei Geologi – Innanzitutto sarebbe necessaria una normativa più confacente alla situazione del territorio italiano: oltre al fascicolo del fabbricato chiediamo un piano del governo per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici.

Inoltre, affinché cresca la coscienza civica dei cittadini nell’ambito della prevenzione sismica, bisognerebbe cominciare a fare anche una seria opera di educazione scolastica che renda la popolazione più cosciente dei rischi che pervadono il territorio che abitano”.

 

Luna Isabella

(foto da leganorder.org)

 


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