Un bacio, intervista ad Ivan Cotroneo: "Un film per i ragazzi, perchè sanno sorprenderti"
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Un bacio, intervista ad Ivan Cotroneo: "Un film per i ragazzi, perchè sanno sorprenderti"

giovedì 2 giugno, 2016

Un bacio di Ivan Cotroneo racconta una storia di omofobia e bullismo: tre ragazzi di Udine frequentano la stessa classe di un liceo, hanno una famiglia che li ama e, per motivi diversi, finiscono col venire isolati dai coetanei. Prima di tutto, però, sono la sua produzione ed il successo presso le scuole del film a comporre una storia da raccontare. Ne abbiamo parlato col regista Ivan Cotroneo, poco prima che partisse per il Festival di Seattle (19 maggio - 12 giugno), dove il film è stato protagonista di una serie di proiezioni ufficiali. Ed anche negli Stati Uniti, c'è stato modo per venire in contatto con adolescenti e studenti.

ANTONIO MAIORINO: spesso l’impatto di un film sul pubblico si misura dal successo ai botteghini, ma quello che sta accadendo a Un bacio è eccezionale e fuori dagli schemi: il tour presso gli istituti scolastici sta coinvolgendo tantissime scuole e contribuendo a rivelare la natura di un film in grado di aggregare e far discutere. Questi incontri hanno funzionato, per te, anche da “postproduzione”, facendoti capire qualcosa in più del mondo degli adolescenti così ben raccontato in Un bacio?

IVAN COTRONEO: questo tour è stato ed è incredibile, visto che continua. È iniziato subito: con la produzione abbiamo deciso ancor prima dell’uscita in sala, prima che lo vedessero critici e giornalisti, di cominciare dalle scuole, perché Un bacio è un film che parla di bullismo ed omofobia ed io ho cercato in tutti i modi di scriverlo e realizzarlo in un modo tale che potesse coinvolgere i ragazzi. Quindi, un film destinato ad aprire un dialogo tra genitori e ragazzi e che includesse questi ultimi, cosa che normalmente non succede. Prima dell’uscita c’è stato dunque un piccolo tour che ci ha portato in varie città: ragazzi di Ferrara, Genova, Pisa, Udine, Bari e Roma hanno visto il film prima di tutti. Da lì non ci siamo fermati più perché grazie alle scuole, a volte all’interno delle ore di assemblea d’istituto, ho presentato i film personalmente a quasi trentamila ragazzi. È stata un’esperienza incredibile perché in queste sale così affollate mi emoziona l’idea di poter parlare con loro dei temi del film. I ragazzi mi hanno sorpreso ed erano a loro volta sorpresi del fatto che il film si rivolgesse direttamente a loro. Ci sono state cose che non dimenticherò mai e tuttora la corrispondenza continua, ci sentiamo sui social con l’hashtag #lamiciziatisalva, l’idea che ci unisce. I ragazzi hanno parlato di loro, della loro esperienza nelle scuole, di cosa significhi per loro il bullismo; hanno voluto confrontarsi, erano presenti gli insegnanti, spesso persone interessate al rapporto coi ragazzi come psicologi, psicoterapeuti, vicequestori, per una parte di prevenzione molto importante. Questo giro sta continuando e sto per partire per gli Stati Uniti, dove il film sarà presentato al Festival di Seattle e oltre alle proiezioni ufficiali del festival avrò delle proiezioni con gli studenti americani. Mi auguro che la cosa continui dopo l’estate: abbiamo varie richieste di scuole per proiettare il film per questo confronto. È una cosa che mi emoziona molto ed è raro che succeda: il Ministro dell’Istruzione Giannini vuole fare in modo che il film venga visto da più ragazzi possibile, ed anch’io. Questa cosa cambia la vita, perché vedere un impatto così forte, anche emotivo, è quanto di più bello potessi desiderare; e poi ha confermato quello che credevo dall’inizio, ossia che i ragazzi hanno energia e voglia di cambiamento, che sono loro i primi ad essere stufi di questi schemi che la società degli adulti impone, sono molto solidali nella lotta al bullismo ed alla fine di ogni discriminazione.

A.M: il film nasce da un romanzo pubblicato dalla Bompiani, a sua volta ispirato ad un fatto di cronaca. Come si è arricchita ed ha preso forma la storia passando dalla realtà alla letteratura fino al grande schermo?

I.C: visto retrospettivamente sembra in effetti un progetto, ma in realtà non lo è stato: è stato un percorso. Ero a conoscenza di questo terribile fatto di cronaca che è stato l’omicidio di Larry King ed ho avuto voglia di scrivere un libro per parlarne. L’ho fatto prima di buttarmi nella regia del film La kriptonite nella borsa, quindi parliamo del 2010. Negli anni successivi sono andato nelle scuole ad incontrare i ragazzi sul libro: da un lato mi sono reso conto dell’urgenza di questo problema, dall’altro i ragazzi stessi mi hanno raccontato delle storie. L’urgenza di fare qualcosa in più del libro è nata così. I cambiamenti dal libro al film consistono soprattutto nella presenza di un personaggio femminile in più, di una ragazza, Blu (Valentina Romani, n.d.R.), che nel libro non c’era, e nascono dagli incontri fatti nelle scuole. Quello che sembra un processo è quindi nato spontaneamente, dal conoscere tanti ragazzi che sono lontani dall’immagine che spesso superficialmente ne danno gli adulti: sono ragazzi impegnati, pieni di passione. Sono stato molto contento di realizzare questo film insieme a loro. Non so ancora dove ci porterà: oltre all’uscita all’estero e ai botteghini, c’è la storia parallela dei cineforum, che ne richiedono la visione ora, e delle scuole. È un film che ha una vita propria al di là della rotazione in sala. [MORE]

STEFANIA CAVOTTA: ti volevo chiedere proprio della ragione di questo personaggio in più nel passaggio dal libro al film, ma mi hai anticipato…

I.C: il libro era molto concentrato sul bullismo omofobico, ma in realtà le ragazze sono molto prese di mira, soprattutto quelle che cominciano la loro vita sentimentale, ed io volevo aggiungere questa storia nel film. Vi sono diversi bersagli del bullismo, ma il bullismo è uno: così come le forme di discriminazione della società degli adulti sono collegate, d’altronde, dall’idea che ci sia qualcosa di giusto o sbagliato, a prescindere dall’oggetto.

A.M: la densità tematica del film non deve far dimenticare il peculiare linguaggio cinematografico che hai utilizzato, caratterizzato, peraltro, dall’impiego diffuso e strategico della musica. Oltre a chiederti di spiegare questa scelta, mi permetterei d’invitarti a rivelare le tue ispirazioni cinematografiche: molti registi sono restii a farlo, ma non è il tuo caso…

I.C: parto dalla domanda finale. Io ho persino pubblicato su internet i 10 film che mi hanno influenzato di più nella scrittura e nella realizzazione di questo film! Sono molto debitore di diversi film che ho visto, a cominciare da Breakfast club, un film degli anni ottanti che ho visto da adolescente e che parlava proprio di quanto certe situazioni siano pesanti. Ce ne sono effettivamente tanti: pochi italiani, qualcuno europeo molti americani. Sono sempre molto riconoscente ai film che ho visto e ai libri che ho letto, perché penso che la creatività della persona si nutra di quello che leggiamo e che vediamo. Non solo non me ne vergogno, ma lo rivendico: ho il piacere d’ispirarmi ad opere che ho amato. E molte di quelle che ho amato, corrispondendo ad una passione personale, hanno molta musica. Io scrivo per la musica e faccio anche il dj ogni tanto per divertimento.

S.C: …fai di tutto!

I.C: Tutto quello che posso! questo è un film pieno di musica perché volevo intanto mettere in scena una mia passione; d’altra parte raccontare un mondo emotivo in cui la musica fosse un elemento di narrazione. C’è una colonna sonora molto importante e ricca, fatta però di brani musicali, non di musica di accompagnamento: ci sono Mika, i Placebo, Emeli Sandè, i Lamb, una parte di musica anni ’80 con Blondie, Bilie Idol, i New Order, Craig Armstrong, ed alcune di queste musiche sono usate anche per scene coreografate da Luca Tomassini.
 

DATA USCITA: 31 marzo 2016
GENERE: Drammatico
REGIA: Ivan Cotroneo
CAST: Rimau Grillo Ritzberger, Valentina Romani, Leonardo Pazzagli, Simonetta Solder, Giorgio Marchesi, Susy Laude, Thomas Trabacchi, Laura Mazzi, Sergio Romano
SCENEGGIATURA: Ivan Cotroneo, Monica Rametta
FOTOGRAFIA: Luca Bigazzi
PRODUZIONE: Film, Titanus, Lucky Red, Rai Cinema
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: Italia
DURATA: 101 Min


(FONTE: intervista curata da Antonio Maiorino e Stefania Cavotta nella rubrica Ti porto al cinema all'interno del programma L'attimo sfuggente su Radio Base; IMMAGINI: in alto, da sinistra: Leonardo Pazzagli, Valentina Romani, Ivan cotroneo e Rimau Grillo Ritzberger; all'interno, immagine ufficiale tratta dal film Un bacio)
 


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