A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più Domenica XIX del Tempo Ordinario - Anno C
Parola e Fede Calabria

A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più Domenica XIX del Tempo Ordinario - Anno C

venerdì 5 agosto, 2016

Vangelo della domenica
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».[MORE]

Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

Breve riflessione spirituale
Proviamo per un istante a capire cosa ci vuole insegnare il Vangelo di questa XIX Domenica del Tempo Ordinario. Ci serviamo delle seguenti figure: battezzato, cresimato, diacono, sacerdote, vescovo, Papa.

Per ognuno di loro che si presenterà dinanzi al Signore l’esame sarà rigoroso. Il rigore delle domande aumenterà in relazione alla sua collocazione in senso al corpo di Cristo. Altra è la responsabilità di un battezzato e altra quella di un cresimato, di un diacono, un presbitero, un vescovo, un papa. Più si sale in alto in doni ricevuti e in conformazione a Cristo Signore e più l’indagine sarà rigorosa.

Un battezzato è responsabile di essere figlio di Dio per adozione e partecipe della natura divina. Lui deve rendere conto a Dio della sua figliolanza. In tutta la sua vita è stato un figlio degno di Dio? Ha onorato il Padre? Ha obbedito alla sua voce? Il cresimato è un testimone di Cristo. A Lui è chiesto se ha sempre reso credibile Cristo con la sua vita. Cosa ha fatto della sua vita? Quante volte ha donato scandalo? Quante volte è stato d’esempio? Molto di più vale per un sacerdote, un vescovo, un Papa. Essi sono pastori per le pecore affidate da Gesù. Il sacerdote di un piccolo ovile, quale la parrocchia; il vescovo di una diocesi; il Papa del gregge dell’intero mondo. Quando un prete, un vescovo, un Papa dice: “questa è volontà di Dio” oppure “Questo Dio non lo vuole”, la responsabilità è enorme. Più il grado di partecipazione aumenta e più cresce la responsabilità. Questa verità oggi è come se fosse stata distrutta.

Tutte le epoche della Chiesa sono state difficili. Il corpo di Cristo ha conosciuto secoli oscuri. Ha vissuto tempi di scismi, eresie, ai papi si contrapponevano gli antipati. Furono ore di grande smarrimenti. Tutto poi si ristabiliva nell’affermazione della verità di Cristo e nella separazione di essa da ogni falsità. Oggi questo non è più possibile. Non esistono più le contrapposizioni dottrinali nette, precise, esatte. Inoltre Il bianco un tempo era bianco e il nero era nero, la verità era verità e la falsità veniva dichiarata falsità. Oggi non vi sono blocchi, non esistono schieramenti. Non vi sono però neanche affermazioni univoche né per la verità e né per la falsità. Verità e falsità non sono più identificabili. Nel passato ci si poteva appellare alla Scrittura e alla Tradizione. Oggi la Scrittura è ridotta ad libro di opinione religiosa. La Tradizione è detta di uomini del passato. Inutile per l’uomo contemporaneo. Si manca di due pilastri fondamentali.

Un tempo si conosceva la volontà del Padre. Oggi ognuno dichiara la sua volontà legge suprema di azione. Oggi uccidere è un diritto, adulterare è un diritto, l’unione tra sessi uguali è un diritto. L’eutanasia è un diritto. Mentre l’affermazione della verità è omofobia. Ciò che Dio chiama male oggi è stato dichiarato un bene. Anzi è il solo bene. Anche l’inferno è stato definitivamente chiuso. Il paradiso è per tutti e questa pagina di Vangelo offerta oggi alla nostra meditazione è una favola senza alcuna rilevanza per il futuro eterno. Dio ci accoglierà tutti nel suo Paradiso.

Anzi, possiamo dirlo oggi il Vangelo, la Chiesa, i Sacramenti non servono più. E non sono gli altri a dirlo. Non sono quelli che non credono ad affermarlo. Oggi regna solo confusione e smarrimento.

Signore perdonaci per averti svenduto con teorie mondane e per continuare ad affermare che Tu e tutti gli altri siete la stessa cosa, perché mi pare che è proprio questo che sento in giro. Io non lo credo. Io confesso che Tu sei la Via, la Verità, la Vita come mi ha sempre insegnato il Tuo Vangelo. E si, ora mi diranno che sono bigotto e di un secolo passato. Non mi importa.

Madre Santa, Vergine Maria, veglia sul nostro cammino. Amen.

 

Don Francesco Cristofaro


Autore
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