ROMA – Dopo la caduta dei 4 militari italiani in Afghanistan ci si interroga ora sulla natura stessa della missione italiana. Tante voci, da quelle che vorrebbero un ritiro delle truppe, a quelle che consigliano armamenti all’altezza del pericolo effettivo che si corre in uno stato di “guerra”.
L'Italia è impegnata nella regione occidentale di Herat, una volta considerata relativamente tranquilla, ma da oltre un anno i soldati italiani sono costretti a far fronte alle infiltrazioni crescenti di insorti dalle altre regioni, specie da sud, che hanno reso quest'area sempre più calda.
Le altre forze Nato, impegnate nelle regioni del sud, considerate roccaforti dei talebani, hanno per i loro caccia il regolare armamento, cosa che non hanno gli aerei italiani.[MORE]
Ha spiegato ieri il ministro La Russa: “in Afghanistan tutti i contingenti internazionali dotati di bombardieri hanno i loro aerei con l'armamento previsto, vale a dire le bombe. L'Italia no, per mia decisione. Ora, di fronte a quello che sta accadendo, non me la sento più di prendere questa decisione da solo e chiedo alle Camere di decidere”.
Intanto la Nato fa sapere all’Italia che: “Armare i caccia con le bombe non è in contraddizione con la missione Isaf”.
Dall'opposizione Piero Fassino, responsabile esteri del Pd non è d’accordo l’idea delle bombe a bordo: “armare i bombardieri non è utile perché riteniamo che la salvaguardia dei nostri soldati può essere conseguita con mezzi più efficaci rispetto ai bombardamenti e poi perché ricorrere ai bombardamenti espone a rischio la popolazione civile innocente come successo in passato”. Stesso rischio sottolineato dalla Radicale Emma Bonino. Casini, invece, lascia la palla nelle mani del governo. "E' il governo - dcie - che deve decidere ed avanzare una proposta.
Per l'Idv la soluzione è il ritiro delle truppe italiane da “questa guerra assurda”, così come la definiscono gli uomini di Di Pietro.
Di parere simile la Lega, secondo Luca Zaia infatti :”Ci sono accordi, impegni seri con la comunità internazionale che il nostro Paese ha preso e che vanno onorati, ma il nostro pensiero non può non andare all'idea di come si possano riportare i nostri ragazzi a casa”.
Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera: "Siamo in Afghanistan per aiutare questo Paese ad uscire da una dittatura sostanziale nel territorio dei talebani e per bloccare il terrorismo internazionale; se questa presenza deve essere tutelata ricorrendo ad altri strumenti, compresi quelli dell'aviazione, dobbiamo farlo senza esitazione”.