Al via la personale dedicata a Giuseppe De Santis "Memorie in racconto: Era mio zio".
Vernissage – 26 agosto 2025, ore 17:30. La mostra sarà visitabile fino al 10 settembre 2025 dalle 17.30 alle 19.30
Centro Sociale “Falcone e Borsellino”, Sant’Elia di Pentone - Via G. Verga.
All’inizio era soltanto un sogno. Fragile, come lo sono tutti i sogni: sospeso tra il desiderio e l’incertezza, tra l’immaginazione e il timore che potesse dissolversi senza mai trovare compimento. Poi, lentamente, quel sogno si è trasformato in un’idea: un’idea intensa, generosa, capace di accendere entusiasmo e suscitare partecipazione. Da lì ha preso corpo un progetto, che portava con sé il coraggio del rischio, la sensazione di un salto nel vuoto.
Oggi, quel sogno non solo ha preso forma, ma si è compiuto. Memorie in racconto: Era mio zio – la mostra dedicata a Giuseppe De Santis e ideata dal nipote Giampiero De Santis, artista catanzarese – approda finalmente alla sua realizzazione, divenendo un’occasione di memoria condivisa, di comunità, di vita.
Il vernissage è fissato per il 26 agosto alle ore 17:30 presso il Centro Sociale “Falcone e Borsellino” di Sant’Elia di Pentone. Un appuntamento che rappresenta una tappa emozionante non soltanto per Giampiero, che vede coronato un suo desiderio profondo, ma per l’intera collettività: perché questa esposizione non è soltanto una mostra di opere d’arte. È un gesto corale, un atto di comunità, la testimonianza concreta di radici forti e di un senso di appartenenza che resiste al tempo e alle distanze, superando i modelli individualistici del presente.
Il progetto ha preso avvio con una Call pubblica, rivolta a tutti coloro che custodivano opere di Giuseppe De Santis, affinché potessero concederle in prestito per la durata dell’esposizione. Da quel momento la mostra ha smesso di essere una semplice iniziativa artistica: si è trasformata in un ponte tra passato e presente, in un dialogo vivo tra memoria e attualità. La risposta è stata generosa e sorprendente: un’intera comunità, vicina e lontana, si è ritrovata intorno al ricordo di un uomo capace di farsi amare, di lasciare segni profondi, di rendere la propria fragilità una straordinaria sensibilità artistica e umana.
Ereditare una simile sensibilità significa custodire non soltanto le sue opere, ma anche il suo modo di essere, il suo sguardo sul mondo. Che questa sia una grande eredità lo testimonia il catalogo della mostra, curato da Giampiero De Santis, pensato non solo come raccolta delle opere esposte ma come scrigno di vita, colmo di emozioni e racconti. Le pagine del catalogo restituiscono a “Zio Pino” la sua autentica e straordinaria dimensione, intrecciando arte e vissuto in un unico flusso narrativo.
Una narrazione diretta e corale che va dalla voce intima di Pino De Santis – “Sono Pino De Santis e parlo per voce di mio fratello e di mia cognata” – fino alle memorie condivise da chi ha avuto la fortuna di incontrare Giuseppe, di conoscerne il tratto umano oltre che artistico, e da quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’esposizione, prestando temporaneamente le opere custodite come gesto di amore e di gratitudine.
Tutto ciò rende questa mostra non solo un omaggio a un artista, ma una vera e propria esperienza collettiva: un’iniziativa preziosa e significativa, capace di ricordarci come l’arte, in tutte le sue forme, e l’arte di vivere si fondano e si intreccino in un unicum inevitabile e imprescindibile, che dà valore al tempo presente e lo proietta nel futuro. Esperienza collettiva che vuole andare oltre la sola esposizione: durante il periodo di apertura sono infatti previsti numerosi eventi: dalla DJ set, serata di musica dedicata agli anni ’90 nei quali l’artista ebbe la sua massima produzione, tavola rotonda di esperti docenti universitari, laboratorio creativo per bambini e altre iniziative ben descritte nel programma di prossima diffusione.