Allarme Istat sulla Manovra
Economia Lazio Roma

Allarme Istat sulla Manovra

lunedì 12 novembre, 2018

ROMA, 12 NOVEMBRE - Sono allarmanti i dati Istat che ci pervengono rispetto alla crescita del nostro Paese.

"Per il 2017 è confermato un indebitamento pari al 2,4% del Pil e un debito pari al 131,2%. Per l'anno in corso e i successivi si conferma quanto espresso nell'audizione sul Def pur sottolineando che un mutato scenario economico potrebbe influire sui saldi di finanza pubblica in modo marginale per il 2018 ma in misura più tangibile per gli anni successivi".

"Quattro famiglie su 10 sotto la soglia di povertà (il 40,7%) vivono in case di proprietà, sulle quali una su 5 paga un mutuo medio di 525 euro, mentre il 15,6% in abitazioni in uso o usufrutto gratuito.  Il 43,7% vive invece in affitto, quota che è "particolarmente elevata nei centri metropolitani (64,1%) e nel Nord del Paese (50,6%). La spesa media effettiva per l'affitto è di 310 euro". 

"La rinuncia a visite o accertamenti specialistici per problemi di liste di attesa complessivamente riguarda circa 2 milioni di persone (3,3% dell'intera popolazione" mentre "sono oltre 4 milioni le persone che rinunciano per motivi economici".

Questi i dati Istat emersi durante l'audizione davanti alle Commissioni Bilancio.

A prendere la parola è anche il presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio Giuseppe Pisauro: "Nelle valutazioni più recenti dell'Upb che incorporano la manovra al suo valore faciale il deficit si posizionerebbe nel 2019 al 2,6 % del Pil, le divergenze rispetto alla stima della Nadef e a quella diffusa dalla Commissione europea sono imputabili alla diversa precisione sulla crescita economica e all'impatto dell'aumento dello spread sulla spesa per interessi".
Continua l'Upb: "Il rallentamento congiunturale già sottolineato con la Nadef si è ulteriormente accentuato. Ne risulta confermata la previsione, indicata in sede di validazione dello scenario tendenziale di una crescita dell'1,1 per cento del Pil 2018, mentre emergono ulteriori rischi al ribasso" sul 2019. Ed ancora "Secondo le stime di breve termine la crescita del 2019 già acquisita risulterebbe pari allo 0,1 per cento, rendendo l'obiettivo" dell'1,5% del Pil per il 2019 "ancora più ambizioso di quanto già rilevato in precedenza".
Inoltre: "Chi optasse per quota 100 subirebbe una riduzione della pensione lorda rispetto a quella corrispondente alla prima uscita utile con il regime attuale da circa il 5 per cento in caso di anticipo solo di un anno a oltre il 30 per cento se l'anticipo è di oltre 4 anni". " La platea potenziale per il 2019 sarebbe di "437.000 contribuenti attivi, Se uscissero tutti ci sarebbe un aumento di spesa lorda per 13 miliardi". 

Importante opinione quella della Corte dei Conti che nella relazione sulla manovra scrive: "Occorrerebbe una più incisiva azione sul fronte della razionalizzazione della spesa con la preventiva individuazione di aree di inefficienza o di inefficacia sulle quali intervenire con tagli mirati". Ed osserva "I risparmi previsti a copertura puntano soprattutto su rimodulazioni e riprogrammazioni o riduzioni di stanziamenti ancora da ripartire ripetendo scelte del passato volte a rinviare" l'individuazione delle aree meno funzionali su cui agire".

"Il ricorso a nuove strutture organizzative da avviare e la necessità di ridisegnare il funzionamento dei nuovi strumenti può incidere non solo sul costo, ma anche sui tempi di avvio, e , in definitiva, sulla efficacia degli interventi in una fase in cui il successo delle scelte assunte con la manovra è strettamente legato alla capacità di stimolare l'economia, servirebbero analisi de mancato funzionamento dei vecchi strumenti".

"Bisogna valutare attentamente gli effetti negativi dell'ampliamento della flat tax sia in termini di rinvio della fatturazione, allo scopo di non superare la soglia di legge o peggio spingendo all'occultamento tout court delle prestazioni effettuate sia gli effetti sul mercato del lavoro" Sottolinea : " L'ampliamento può indurre i nuovi contribuenti e le imprese datoriali a preferire l'assoggettamento a tale regime piuttosto che costituire nuovi rapporti di lavoro dipendente".

Infine un commento di Luis De Guindos, vice presidente della Bce : "Un effetto contagio dall'Italia è stato finora limitato, ma rimane una possibilità". Egli conferma : "l'Italia è il caso più importante al momento, visto il livello del debito e delle tensioni politiche sui piani di bilancio del governo. Le forti reazioni del mercato agli eventi politici hanno scatenato nuove preoccupazioni sul nesso tra banche e debito sovrano in alcune parti d'Europa". E questo è alla base della richiesta di disciplina fiscale e del rispetto delle regole".


Ludovica Portelli


Autore
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