Andrea Carnevale rompe il silenzio: una vita segnata dal femminicidio e rinata grazie al calcio

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L’ex bomber del Napoli racconta per la prima volta la tragedia familiare durante l’intervista a Faccia a Faccia: dalla violenza domestica alla Serie A, tra Maradona, cadute, rinascite e un messaggio forte contro il femminicidio.

Un'intervista storica a Faccia a Faccia

Le parole di Andrea Carnevale arrivano durante l’intervista esclusiva nel programma Faccia a Faccia, spazio televisivo dedicato ai racconti senza filtri. È in questo contesto che l’ex calciatore ha deciso, dopo cinquant’anni, di condividere una ferita tenuta nascosta per tutta la vita.

Una storia che va oltre lo sport

Carnevale oggi non parla solo da uomo di calcio, ma da orfano di femminicidio, testimone diretto di un dolore che ancora oggi riguarda migliaia di famiglie.

Quando aveva solo 14 anni, suo padre uccise sua madre, Filomena, con un’ascia. Un omicidio preceduto da anni di violenze, mai denunciate per paura, vergogna e mancanza di protezione istituzionale.

Un’infanzia nel terrore

Il racconto è drammatico: botte quotidiane, gelosia ossessiva, minacce, timore costante. Carnevale ricorda più volte i tentativi di chiedere aiuto ai carabinieri, senza successo.

La frase che ancora oggi lo perseguita:

"Finché non vediamo il sangue, non possiamo intervenire."

Quel sangue arrivò il 25 settembre 1975.

Il calcio come unica via di fuga

Dopo la tragedia, Carnevale cresce senza guida, ma con una determinazione feroce.

Lavora di giorno, si allena di sera.

La sua scalata lo porta prima ad Avellino, poi a Reggiana, Cagliari, Udinese e infine al Napoli, dove vive il periodo più straordinario della sua carriera.

Con gli azzurri conquista:

  • due Scudetti
  • una Coppa Italia
  • una Coppa UEFA

L’amicizia con Maradona

A Faccia a Faccia, Carnevale ricorda con emozione il rapporto con Diego Armando Maradona.

Lo definisce fratello, maestro e compagno di viaggio:

"Diego mi ha insegnato a essere uomo, non solo calciatore."

Un legame nato dalla somiglianza delle loro origini: due ragazzini cresciuti nella povertà che hanno trovato nel calcio un riscatto sociale.

Errori, cadute e ripartenze

Nell’intervista non mancano i momenti dolorosi:

  • la squalifica per doping,
  • l’arresto dal quale verrà assolto dopo anni,
  • la solitudine e le fragilità personali.

Ogni caduta diventa però una risalita.

Oggi Carnevale vive a Udine, dove lavora da anni per l’Udinese come dirigente e osservatore.

L’impegno contro la violenza sulle donne

Oggi Carnevale è testimonial per gli orfani di femminicidio e sostiene associazioni come Telefono Donna.

Il messaggio lanciato a Faccia a Faccia è chiaro:

  • le donne devono essere messe in sicurezza
  • le istituzioni non devono aspettare la tragedia
  • la cultura della denuncia deve essere sostenuta e protetta

"Mia madre non ha denunciato perché aveva paura. Non dovrebbe accadere mai più."

Un consiglio ai giovani del calcio moderno

La sua frase finale, dedicata ai nuovi talenti, è semplice e potente:

“Siate più umili.”

Per Carnevale l’umiltà è il valore che distingue il campione dall’apparenza.

Una storia di dolore, forza e rinascita

Quella di Andrea Carnevale è una testimonianza necessaria: cruda, potente, autentica.

Un racconto che va ben oltre il calcio: è una voce per chi non l’ha più e un monito per chi oggi può ancora salvarsi.

Clicca QUI per il video integrale dell'intervista

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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