Anoressia, attenti alla monotonia alimentare

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MILANO, 27 OTTOBRE 2012 - Molto spesso mi è capitato di leggere nei blog delle "pro ana", riferimenti impropri all'essere vegetariane se non addirittura vegane. Il tutto in realtà, non nasce davvero né dall'amore per gli animali e il tentativo della loro salvaguardia, né tantomeno dal volere mangiare in modo sano. Semplicemente, associano il loro modo di non alimentarsi, a una dieta assai rigida ma ben regolata, che è il vegetarianismo (e il veganismo), e che induce molte (inconsciamente, giacché da persone intelligenti ben sanno che così non è) a convincersi di essere vegetariane o vegane giacché vivono di sole "foglie d’insalata". Questa condizione non affligge solo le "pro ana", nate e sviluppatesi su Internet, ma tendenzialmente le anoressiche in generale.[MORE]

Cosa riscontrabile nella persona affetta da tale malattia, è poi la monotonia dell'alimentazione. Questa condizione avviene tanto nelle anoressiche vere e proprie (ovvero coloro che hanno sviluppato questa malattia sin da ragazzine e dovuta a condizioni conflittuali non risolte), tanto nelle "pro ana" che nelle donne adulte che sviluppino una forma anoressica dovuta a depressione (che tuttavia anoressia non è davvero, ma uno stato depressivo profondo, che può in ogni caso portare a disturbi dell'alimentazione).

Nulla di più rivoltante per chiunque, è, infatti, ritrovarsi giornalmente, a tavola, le solite cose da mangiare. Immaginate se ogni giorno doveste cibarvi a mezzogiorno di un piatto di minestrone e la sera di una bistecca con insalata. Dopo un tot di giorni, ne sarete talmente nauseate che sarà gioco-forza per voi ricorrere ad altri tipi di cibo; pena il lasciare i vostri pasti nel piatto. L'anoressica ben sa che a sua volta si sentirà nauseata nel vedere lo stesso cibo nel piatto giornalmente, e proprio per questo ne perpetuerà l'azione; più fastidio proverà nel vedere ciò che mangia, più sarà portata a rifiutarlo lasciandolo nel piatto e non volendo neppure pensare ad altre possibilità.

Chi è vicino a una persona che soffra di tale patologia, ha anche queste verifiche a propria disposizione. Nessuna anoressica, infatti, o persona che tenda a volere dimagrire attraverso un metodo poco ortodosso, o una depressa, mangerà alternando e variando il cibo. Saranno sempre portate a mettere in tavola le stesse cose. Altro campanello d'allarme sarà appunto dato da risposte del tipo: "Sono diventata vegetariana", o "vegana".Ci si ricordi sempre che tanto la vegetariana quanto la vegana, prima di avere un approccio con questo tipo di alimentazione ricorreranno almeno a letture che soddisfino le loro esigenze di alimentarsi in modo sano senza andare a intaccare la propria salute; anzi, traendone i vantaggi da essa derivanti. Soprattutto, assumeranno ciò che loro manca e dovuto alla scarsità di sostanze di cui si cibano, attraverso degli integratori alimentari.

Quando fui vegetariana, non mi feci mai mancare gli integratori di cui sapevo necessitare.Molto spesso dunque, l'avvicinamento a questi stili alimentari accompagnato da una monotonia costante di assunzione degli stessi alimenti, è un campanello di allarme per chi viva accanto a persone che stiano per entrare in un disturbo alimentare serio. Vale la pena sottolineare cose che parrebbero scontate, perché se così tante ragazze e donne soffrono di anoressia e così tante ne muoiono, forse almeno una certa forma di disattenzione è da imputare a chi vive loro accanto. Tanto un genitore quanto un coniuge, non mancano in realtà dei mezzi per venire a conoscenza dell'eventuale malattia che il loro caro sta per sviluppare.

Lorella Dellana

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Scritto da Fabrizio Vinci

Giornalista di InfoOggi

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