Arenati sette capodogli a Vasto: tre di loro sono morti

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VASTO (CH), 12 SETTEMBRE 2014 – Erano le 7 di questa mattina quando, un gruppo di surfisti, ha avvistato sette capodogli arenati lungo la spiaggia di Punta Penna. Avvertita la Capitaneria di Porto, sono immediatamente giunti sul posto anche i veterinaria dell’Asl di Chieti e gli uomini della Protezione Civile. Il sindaco, Luciano Lapenna, ha immediatamente commentato: ‹‹Uno dei disastri ambientali più pesanti di questa regione››.

Quattro capodogli hanno ripreso il largo, ma tre di loro sono morti. Task force: “nel 2009 erano morti tutti”

Grazie all’intervento della Capitaneria, dell’Asl e degli oltre 50 uomini della Guardia Costiera, quattro dei Capodogli arenati sono riusciti a riprendere il largo. I cetacei, di lunghezza tra gli 11 e i 12 metri con un peso di 11 tonnellate, erano stati avvistati già da diversi giorni al largo della Croazia e sono stati seguiti lungo la tratta dell’Adriatico. ‹‹E vai!!!!!!! Una è andata...Che scena stupenda...›› commenta la Protezione Civile di Vasto su Facebok dopo la liberazione del primo capodoglio, a cui è seguito un secondo accompagnato per oltre 100 metri dai volontari presenti in spiaggia. ‹‹Nel 2009 i sette capodogli spiaggiati erano morti tutti›› afferma Sandro Mazzariol, coordinatore della Task Force del Ministero dell’Ambiente ‹‹il fatto che questa volta si sia riusciti a riportarne quattro in mare è già un grande risultato››.

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La causa sarebbe legata alla perdita di rotta. Scattano le polemiche: colpa delle petroliere

Secondo gli esperti, la causa dello spiaggiamento sarebbe da collegare alla perdita di rotta dei cetacei che, orientandosi con il sonar e navigando nel mar Ionio o nel mar Tirreno, quando giungono nel mare Adriatico subiscono una perdita dell’orientamento. Probabilmente, all’entrata del golfo di Punta Penta, il segnale non è giunto adeguatamente ai compagni viaggio e, una volta arenati, è difficile salvare tutti i capodogli date le loro dimensioni. ‹‹Non vorrei che questa tragedia assumesse un valore simbolico›› commenta l’assessore regionale, Mario Mazzocca ‹‹che questi animali vengono a morire su una delle spiagge più belle d’Italia, Punta Penna, ma soprattutto davanti alle piattaforme petrolifere di Rospo Mare››.

Infatti, per il WWF, non ci sono dubbi: le petroliere hanno causato la perdita dell’orientamento attraverso l’air-gun, ‹‹il nostro pensiero, anche se chiaramente è da confermare, va all’intensa attività geosismica attraverso l’air-gun›› spiegano ‹‹l’air-gun è una pratica che per l’intensità di suono prodotto nel sottofondo marino diviene micidiale per i cetacei e non solo››. Anche i sonar militari, inoltre, sono spesso stati causa di spiaggiamenti e di morti precoci. Intanto, è stata disposta una perizia legale sui cetacei rimasti a Punta Penna proprio per accertare le cause dello spiaggiamento. Il sindaco Lapenna ha disposto, presso il municipio, un’unità di crisi per seguire la situazione.

Erica Benedettelli

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Scritto da Erica Benedettelli

Giornalista di InfoOggi

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