Armi ai curdi, il Parlamento vota sì. Renzi in Iraq: «Batteremo i terroristi»

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ROMA, 20 AGOSTO 2014 - Le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno approvato la risoluzione che sostiene il governo sull’invio di aiuti militari a supporto dei curdi che, nell’ambito della crisi che è in corso in Iraq, stanno combattendo contro gli jihadisti sunniti. Il via libera è arrivato con 27 voti favorevoli e 4 contrari dalle commissioni del Senato e con 56 voti favorevoli e 12 contrari da quelle della Camera.

Le dichiarazioni dei ministri della Difesa e degli Esteri

Dunque, l’Italia prende netta posizione a riguardo della crisi irachena ed è pronta, come ha affermato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, a fornire ai peshmerga curdi «le forniture belliche predisposte che contengono armamento leggero e relative munizioni già in uso a forze armate italiane destinato alla difesa personale e d’area e altre armi individuali, di squadra e contro-mezzi, di fabbricazione sovietica, sequestrate in mare durante le guerre dei Balcani. Le armi – ha aggiunto il ministro – comprendono mitragliatrici che le forze armate italiane non usano più e razzi anticarro». Lo stesso ministro Pinotti ha voluto sottolineare come «in Iraq è in corso una gravissima crisi umanitaria e una compromissione della sicurezza regionale» ed anche che «l’Italia non è sola nella difesa di popolazione inermi perché già altri Paesi europei come Francia, Gran Bretagna e Germania si sono attivati».

Dello stesso parere è il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, che ha definito gli aiuti militari ai curdi «indispensabili nell’immediato ma difficilmente rappresentano a lungo termine la soluzione di questa come di qualsiasi crisi», mettendo in evidenza che «l’Italia è impegnata nella definizione di una cornice internazionale a partire da quella europea. Il Mediterraneo e il Medio Oriente – ha aggiunto – sono scossi da una minaccia che sì riguarda anche l’Europa e sì riguarda anche l’Italia».[MORE]

La visita lampo del premier Renzi in Iraq

Il tutto è accaduto mentre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, era in visita ufficiale a Bagdad dove ha incontrato, nel palazzo presidenziale della zona verde, il premier uscente iracheno, Nouri Al Maliki al quale ha detto: «L’Europa in questi giorni deve essere in Iraq altrimenti non è Europa». Inoltre, il premier ha espresso l’amicizia e la vicinanza dell’Italia e dell’Europa all’Iraq facendo presente che oggi è giunto in territorio iracheno il sesto aereo di aiuti umanitari. Prima di ripartire Matteo Renzi ha ribadito l’importanza che l’Europa deve ricoprire in tale crisi, affermando: «L’Europa può permettersi tutto tranne il silenzio perché la battaglia qui è nel cuore dell’Europa».

(Immagine da internazionale.it)

Giovanni Maria Elia

 

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Scritto da Giovanni Maria Elia

Giornalista di InfoOggi

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