Blitz dei Carabinieri in quattro comuni calabresi: cinque indagati, uno ai domiciliari
Siderno (RC), 22 luglio 2025 – Nuovo duro colpo alla criminalità organizzata nella Locride: cinque persone sono state arrestate con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d’asta. Gli indagati avrebbero impedito a un imprenditore locale di partecipare a una gara d’appalto per lavori pubblici nel comune di Siderno.
Estorsione mafiosa e appalti truccati: cosa è emerso
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Locri e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria – guidata dal procuratore Giuseppe Lombardo – hanno portato all’esecuzione di cinque misure cautelari, di cui quattro in carcere e una agli arresti domiciliari. I provvedimenti sono stati notificati nei comuni di Siderno, Placanica, Riace e Caulonia, tutti situati nel cuore della Locride.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, gli arrestati avrebbero fatto pressioni su un imprenditore del settore edile affinché rinunciasse a partecipare a una gara d’appalto pubblica relativa al rifacimento di alcune strade urbane di Siderno. La vittima, minacciata e intimidita, avrebbe infine ceduto, tirandosi indietro dalla competizione per evitare ritorsioni.
La denuncia e il ruolo decisivo del fratello
L’inchiesta è partita nel marzo 2023 grazie alle dichiarazioni del dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Siderno. A lui l’imprenditore si era rivolto spiegando di non poter partecipare all’appalto per via delle minacce ricevute da alcuni soggetti legati ad ambienti criminali locali, intenzionati a ottenere il lavoro con metodi illeciti.
Un elemento chiave emerso dalle indagini è il ruolo ambiguo del fratello della vittima, che avrebbe agito da intermediario tra l’imprenditore e gli estorsori. Sarebbe stato proprio lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, a consigliare il fratello di non partecipare alla gara, paventando “gravi conseguenze” in caso di rifiuto.
Un sistema mafioso radicato nel tessuto economico
L’operazione conferma come, ancora oggi, la ‘ndrangheta continui a esercitare un controllo asfissiante sul settore degli appalti pubblici, impedendo la libera concorrenza e danneggiando il tessuto economico e imprenditoriale del territorio. Le infiltrazioni mafiose nella gestione dei lavori pubblici non solo compromettono la legalità, ma scoraggiano la partecipazione di imprese sane, alimentando un circolo vizioso di paura e omertà.
Le indagini continuano
La DDA e i Carabinieri proseguono le attività investigative per verificare eventuali ulteriori responsabilità e ricostruire l’intera rete di interessi criminali che potrebbe ruotare intorno al controllo degli appalti nel comprensorio della Locride.
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