MILANO, 19 GENNAIO - Nel quarto dicembre 2018, la crescita dell'economia italiana lascerebbe registrare una nuova diminuzione. Lo si apprende dal bollettino economico di Bankitalia, secondo cui “gli indicatori congiunturali disponibili suggeriscono che l’attività potrebbe essere ancora diminuita nel quarto”.
Una possibilità, che stando al documento pubblicato dall’Istituto di Via Nazionale, potrebbe portare ad una recessione tecnica, visto che avrebbe registrato due trimestri consecutivi di riduzione del prodotto interno lordo.
Proiezioni che, spiega la banca centrale, aggiornano quelle prodotte nell’ambito dell’esercizio previsivo dell’Eurosistema, che utilizzavano i dati diffusi fino al 27 novembre. Alla revisione concorrono: dati più sfavorevoli sull’attività economica osservati nell’ultima parte del 2018, che hanno ridotto la crescita già acquisita per la media di quest’anno di 0,2 punti; il ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese che risulta dagli ultimi sondaggi; le prospettive di rallentamento del commercio mondiale. Sono invece moderatamente positivi gli effetti sulla crescita dell’accordo raggiunto dal governo con la Commissione europea: l’impatto favorevole della diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine compensa ampiamente quello degli interventi correttivi apportati alla manovra.
La Banca d'Italia tagliato la previsione di crescita del PIL da +1 a +0,6%, portandola a 0,4 punti sotto le stime del governo già riviste al ribasso a dicembre. Quanto al 2018, il bollettino economico di via Nazionale prevede che si chiuderà a +1% ma sottolinea: “Negli ultimi tre mesi del 2018 il Pil potrebbe essere ancora diminuito” dopo la flessionedello 0,1% registrata nel terzo trimestre.
Inoltre, da Bankitalia evidenziano l’andamento stabile e “contenuto” del costo del credito per le banche, sebbene lo spread alto possa influire sull’innalzamento dei tassi sui finanziamenti. Le imprese, invece, mostrano secondo l’Istituto " segnali di irrigidimento" sull’offerta del credito. “In prospettiva, però – si legge nel documento – il persistere dell’elevato livello dei rendimenti sovrani e il costo della raccolta bancaria continuerebbe a spingere al rialzo il costo del credito“.
Infine, la proiezione rileva un aumento graduale dell'inflazione per i prossimi anni: “dall’1% per cento quest’anno all’1,5% nella media del biennio successivo, a seguito dell’incremento delle retribuzioni private e del graduale allineamento delle aspettative di inflazione”.
In serata il vicepremier Luigi Di Maio, in un incontro a Sulmona (Abruzzo) ha commentato dicendo che si tratta di “stime apocalittiche” e ha aggiunto che si tratta di “quella stessa Bankitalia che ci ha lasciato le banche in queste condizioni perché non ha sorvegliato in questi anni”.
"Non è la prima volta che le stime di Bankitalia poi non si rilevano fondate. Sono diversi anni che non ci prende. Solo è strano. Quando c'erano quelli di prima facevano stime al rialzo, ora al ribasso''.