Economia

Bitcoin, Seul accusa: hacker del Nord dietro a furti milionari criptovalute

MILANO, 5 FEBBRAIO 2018 - Vi sarebbero hacker nordcoreani dietro ai furti millionari di Bitcoin avvenuti in Corea del Sud nel corso del 2017. A lanciare l'accusa è il National Intelligence Service, i servizi segreti di Seul, in una audizione parlamentare. [MORE]

Secondo l''intelligence del Sud, i nordocoreani potrebbero essere anche gli artefici del recente blitz del 26 gennaio, dove alcuni anonimi hanno sottratto ben 58 miliardi di yen (534 milioni di dollari) dalla piattaforma giapponese virtuale di Coincheck. Le responsabilità, tuttavia, sono ancora da accertare.

Lo scorso dicembre, l'agenzia Yonhap riferì che il Nis aveva raccolto prove sull'azione di hacker del Nord, impossessatisi - a giugno - dei dati personali di circa 30.000 persone attive su Bithumb, la più grande piattaforma di scambio di cryptocurrency in Corea del Sud. Le azioni dello scorso anno sarebbero state compiute con email pirata inviate agli operatori retail sudcoreani attivi sui mercati virtuali.

Operazioni simili erano avvenute anche su Coinus, altro mercato, a settembre. In questo caso, il Nis ha rintracciato lo stesso codice usato da Lazarus, un gruppo accusato del grave attacco alla Sony nel 2014.

Il fenomeno dei bitcoin ha coinvolto circa 3 milioni di sudcoreani, facendo del Paese uno dei più attivi e importanti al mondo nel settore. Per correre ai ripari dai tentativi di truffa, il 30 gennaio le autorità di vigilanza hanno imposto ai trader l'uso di nomi reali, bandendo la pratica dei conti bancari anonimi per le transazioni.

Daniele Basili

immagine da thesun.co.uk