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Caos Volkswagen, l'inchiesta sulle emissioni diesel potrebbe interessare anche il mercato europeo

 BERLINO, 23 SETTEMBRE 2015 – Il caos Volkswagen potrebbe interessare anche il mercato europeo: il dubbio sorto nelle ultime ore è se la casa automobilistica tedesca ha truccato i dati delle emissioni delle auto diesel negli Stati Uniti, potrebbe averlo fatto anche in Europa. E il problema non è da sottovalutare, visto che, stando ai dati di Transport & Environment, più della metà delle auto nuove vendute nel continente sono a diesel; e da quando – secondo l'accusa – la Volkswagen ha cominciato a manipolare i dati – dal 2009 – sono state vendute in Europa oltre 40 milioni di auto diesel, pari a un sesto di tutte le auto attualmente in circolazione. E l'Italia, all'interno di questi numeri, è uno dei mercati principali.

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Ma occorre procedere con attenzione: bisogna infatti escludere per prima cosa che le Euro 6 non sono molte in Italia – poco più di 102 mila contro i 3 milioni e 700 mila Euro 5 – e che quindi chi acquista oggi una vettura diesel non corre alcun rischio. Tutto il resto è invece da definire, anche perché la stessa Volkswagen Italia non fornisce molti dettagli sul numero dei modelli potenzialmente coinvolti, ma si limita a riferire quanto già ribadito dalla casa madre: la questione, cioè, riguarda i diesel equipaggiati con propulsore 'ea 189' che in tutto il mondo sarebbero circa 11 milioni. Furiosi i consumatori, che scrivono alla commissione Ue: “Uno dei problemi in Europa è che a differenza degli Stati Uniti non esiste un sistema di sorveglianza con test indipendenti su strada. Insomma nel vecchio continente e quindi anche il Italia bisogna fidarsi di quanto stabilito dall'unico test ufficiale”.

Proprio Altroconsumo un anno fa denunciava la prassi fuorviante della fornitura di dati non corrispondenti a realtà: “Le prove sui consumi”, scriveva l'associazione, “sono nate quando le autostrade non c'erano. Sono fatte in laboratorio, su rulli e senza traffico. Chiediamo siano fatte su strada, altrimenti i consumatori non saranno mai correttamente informati sul reale consumo della vettura che vogliono acquistare”.

Foto: secolo-trentino.com

Dino Buonaiuto