Chiesa e Società

Carlo Acutis sarà beato in primavera e proposto come patrono di internet

Carlo Acutis sarà beato in primavera e proposto come patrono di internet

È stato riconosciuto il miracolo per intercessione del servo di Dio Carlo Acutis che gli consentirà di essere beatificato. Un ragazzo di 15 anni, “patito” di internet come i suoi coetanei, ma a differenza di tanti di loro, convinto che debba diventare “veicolo di evangelizzazione e di catechesi”.
Sul web è ancora presente (www.miracolieucaristici.org), la mostra virtuale progettata e realizzata da lui a 14 anni, che sta facendo il giro del mondo e che testimonia come davvero per Carlo l’Eucaristia è stata la sua “autostrada per il cielo”. Era dotatissimo per tutto ciò che riguarda il mondo dell’informatica tanto che sia i suoi amici, che gli adulti laureati in ingegneria informatica lo consideravano un genio. Restavano tutti meravigliati dalla sua capacità di capire i segreti che l’informatica nasconde e che sono normalmente accessibili solo a coloro che hanno compiuto studi universitari. Gli interessi di Carlo spaziavano dalla programmazione dei computer, al montaggio dei film, alla creazione di sitiweb, ai giornalini di cui faceva anche la redazione e l’impaginazione, fino ad arrivare al volontariato con i più bisognosi, con i bambini e con gli anziani.

Nasce il 3 maggio 1991 a Londra, dove i suoi genitori si trovano per esigenze di lavoro. Cresce a Milano, come tutti gli altri, differenziandosi solo per una particolare inclinazione per le pratiche religiose che a 12 anni lo portano alla messa ed alla comunione quotidiana. E non è tutto: di pari passo con l’adolescenza arriva anche il rosario quotidiano e l’adorazione eucaristica, convinto com’è che quando “ci si mette di fronte al sole ci si abbronza... ma quando ci si mette dinnanzi a Gesù Eucaristia si diventa santi”.

Il 21 febbraio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui la guarigione era ritenuta miracolosa e ottenuta per intercessione di Carlo, aprendo la via alla sua beatificazione. Il 14 novembre 2019, appunto, la Consulta Medica della Congregazione delle Cause dei Santi espresse parere positivo circa un presunto miracolo, avvenuto nel 2013. Si trattava, come riferisce il sito della Congregazione delle Cause dei Santi, della guarigione di un bambino brasiliano affetto da importanti disturbi all’apparato digerente, con rara anomalia anatomica congenita del pancreas. I genitori del bambino e l’intera comunità parrocchiale cui appartenevano si unirono nella preghiera, chiedendo espressamente l’intercessione di Carlo.

 Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, in un comunicato stampa, ha dichiarato che la celebrazione si svolgerà nella primavera del 2020, in data da definire.

La santità è il suo chiodo fisso, il suo obiettivo, la molla che lo fa stare in modo “diverso” sui banchi di scuola, in pizzeria con gli amici o in piazzetta per la partita di pallone. Non è geloso del suo “kit per diventare santi”, che regala generosamente a tutti e che, molto semplicemente, contiene: un desidero grande di santità, Messa, Comunione e Rosario quotidiano, una razione giornaliera di Bibbia, un po’ di adorazione eucaristica, la confessione settimanale, la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri.

Poi, improvvisa come un fulmine a ciel sereno, arriva la leucemia, quella acuta che non lascia scampo, e che lui accoglie con un sorriso, offrendo la sua vita per il Papa e per la Chiesa. Cerca la guarigione perché ama la vita, ma sorride alla morte come all’incontro con l’Amato e perché sa che oltre ad essa non c’è il nulla.  Muore il 12 ottobre 2006 e lo seppelliscono nella nuda terra ad Assisi, la città di san Francesco, che più di altre ha amato e nella quale tornava così volentieri per ritemprare lo spirito. Proprio nel cimitero cittadino di Assisi viene sepolto, ma nel gennaio 2019 i suoi resti mortali sono stati riesumati, per essere traslati, il 6 aprile dello stesso anno, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione, nella stessa città.

Carlo amava dire: «La nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in Cielo». Sembra strano sentir parlare oggi cosi, con questa elevatura spirituale un ragazzino eppure da innamorato di Gesù e del Cielo, lui si esprimeva in questi termini. E ancora diceva: «Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie», aveva scritto. Un destino a cui egli evidentemente è sfuggito se, appena trascorsi i cinque anni previsti dalle norme canoniche, la diocesi di Milano, nel cui territorio si trova Monza, ha dato inizio alle fasi preliminari del suo processo di beatificazione.

Una testimonianza

Dall'altra parte dell’Italia a Catania vive un altro giovane, Antonio Nicolosi, nato il 14 gennaio 1993. Non ha mai conosciuto Carlo Acutis di persona. Due anni dopo la morte del giovane servo di Dio, nel marzo del 2008 un bicchiere d'acqua fredda bevuta di notte gli causò un blocco intestinale. «Sono caduto per terra battendo la testa – racconta Antonio –  riportando traumi da incidente stradale». Una lunga degenza in ospedale durata tre mesi. «Durante questi mesi trascorsi in ospedale pensavo ormai di non poter più riprendere la vita di sempre. Avevo difficoltà nel camminare, nel ricordare le cose». In quel periodo Antonio ricevette un pacco contenente un libro: "L’Eucaristia: la mia autostrada per il Cielo. Biografia di Carlo Acutis." E fu così che Carlo dal Cielo andò fino a Catania per conoscere Antonio che non esita a dire: «era arrivato Carlo nella mia vita! Ma con mia grande meraviglia, era lo stesso ragazzo che avevo sognato  ma di cui prima d'allora non ne avevo mai sentito parlare. Nel sogno annunciava la mia guarigione e chiedeva di portare ai giovani il messaggio di Gesù Eucarestia».

Tornato a casa Antonio non dovette più sottoporsi agli esami clinici e smise di prendere tutti i farmaci. Riprese la sua vita di sempre ma in modo nuovo e con un percorso «incentrato non più su me stesso ma in Cristo. Un cammino di conversione in cui sentivo e sento tutt'ora costantemente l’aiuto di Carlo. Ho cambiato modo di guardare e di guardarmi. Prima ero egoista e guardavo solo a me stesso. Scoprii grazie a Carlo il desiderio e l’amore verso Gesù Eucarestia. Una gioia troppo grande che esplodeva e mi spingeva a portarla anche agli altri». All’inizio Antonio era da solo, poi si è aggiunto qualche altro giovane fino a essere in tanti dinanzi a Gesù Eucarestia. Nel 2010 è nata così “l’Associazione amici di Carlo Acutis” in Sicilia, di cui lo stesso Antonio è Presidente e che accoglie attualmente più di 100 giovani che si impegnano a vivere la spiritualità del Servo di Dio con l’Adorazione eucaristica ogni giovedì aperta a tutti i giovani e animata con preghiere e canti, i cenacoli di preghiera nelle case con la recita del Santo Rosario e l’evangelizzazione di strada e tra le persone più fragili nelle case di riposo.

Sorprende molto l’attività di questi giovani e, nello stesso tempo rincuora. Non è vero che tutti i giovani sono bulli o lontani dalla Chiesa ma loro sono la speranza di questa nostra Chiesa e alla mia domanda ad Antonio cosa chiedete alla Chiesa e cosa ti senti di dire ai giovani? Ecco come mi ha risposto: «chiediamo alla Chiesa di avere delle guide, dei padri spirituali che ci ascoltino, ci perdonino attraverso la confessione e siano disposti ad accompagnarci. In realtà, Papa Francesco ci ha già risposto con l’esortazione apostolica Gaudete et Exusalte quando ci ha detto che la santità è accessibile a tutti. È bello pensare che anche noi come Carlo possiamo raggiungere la santità. Ai giovani cosa mi sento di dire? Purtroppo viviamo in un’era piena di maschere. Come diceva Carlo non bisogna morire da fotocopie ma scoprire e vivere quel progetto unico che Gesù ha per ciascuno di noi senza conformarsi al pensiero degli altri ma restando se stessi, ancorati a Cristo perché l’amore di Gesù rende felici».

Allora, auguriamo ad Antonio e a tutti i giovani dell’Associazione e a quanti sono devoti del futuro beato di avere questo programma di vita come diceva Carlo Acutis: «sempre uniti a Gesù».

Don Francesco Cristofaro