Caso Consip, al Senato la mozione di sfiducia a Luca Lotti

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ROMA, 15 MARZO - In queste ore, Luca Lotti si sta difendendo al Senato dalla mozione di sfiducia del Movimento 5 stelle, arrivata in seguito all'inchiesta sugli appalti Consip, nella quale il ministro dello Sport risulta indagato.[MORE]

"Oggi è in atto il tentativo di colpire me non per il mio ruolo,ma per quel tentativo di riformismo a cui anche io ho partecipato" dichiara Lotti, sottolineando: "Ho fiducia nel sistema giudiziario e sono certo della verità".

Sull'inchiesta Consip, che ha portato alla richiesta di sfiducia, afferma: "I fatti sono chiari. Non ho mai avvisato l'ingegner Marroni né nessun altro di un'indagine su Consip, né gli ho mai passato alcune informazione di indagine. Mai. Sostenerlo significa incorrere nel reato di calunnia. Questa presunta rivelazione non c'è mai stata". 

In aula è già intervenuta Paola Taverna del M5S, che ha chiesto all'aula il perchè di questa strenua difesa nei confronti del ministro, ipotizzando il rischio di caduta del Governo nel caso di sfiducia. Dello stesso parere la Lega Nord, che parla di  "una mozione di sfiducia al sistema". Il Capogruppo di Sinistra italiana al Senato e presidente del gruppo Misto, Loredana De Petris, dichiara: " Abbiamo sperato fino all'ultimo che il ministro Lotti dimostrasse senso di responsabilità politica e presentasse spontaneamente le dimissioni. Così non è stato e in questa condizione Sinistra italiana non può che votare a favore della mozione che chiede le dimissioni del ministro". 

Il ministro dello Sport è durissimo con i Cinque Stelle: "Mi sono presentato spontaneamente ai magistrati prima di Natale, perchè solo ora la mozione di sfiducia? A quelli che sputano sentenze dico vi aspettiamo in tribunale, in tutti i sensi. Perché le sentenze le fanno i giudici, non i blog".

I numeri sono a favore di Lotti: voteranno "no" alla mozione 99 senatori del PD, 27 di AP, i sottosegretari Della Vedova e D'Onghia che siedono nel Gruppo Misto e in Gal. A questi voti si aggiungono tre di Fare!, i senatori Luciano Uras  Dario Stefano, Sandro Bondi e Manuela Repetto, nonche' almeno 13 dei 19 del Gruppo delle Autonomie (si escludono cioè due ex M5s e i quattro senatori a vita che non si sa se saranno presenti). "No" anche dai 16 verdiniani di Ala e 6 o 7 dei 13 senatori di Gal (tra essi D'Onghia). Quindi 168 o 169 voti. Non voteranno tre senatori di Idv, e 14 di Mdp.

I "si" certi alla mozione sono decisamente molti in meno: 35 senatori di M5s, 12 della Lega e 8 di SI, a cui dovrebbero aggiungersi cinque ex pentastellati Mussini, Bignani, Mastrangeli, Simeoni, Vacciano, in più Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea. Quindi in tutto solo 62 voti.

Numerosi gli indecisi: quattro dell'Udc, nove di Direzione Italia, e diversi altri senatori ex M5s : tra 27 e 52 voti. Ma anche se tutti e 52 votassero la mozione, essa arriverebbe a 112 voti.

Forza Italia non parteciperà al voto, cosi come confermato dal capogruppo Paolo Romani, perchè per principio è contraria alle mozioni di sfiducia individuali.

Maria Minichino

(fonte immagine ilfattoquotidiano.it)

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Scritto da Maria Minichino

Giornalista di InfoOggi

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