NUOVA DELHI (INDIA), 30 MARZO 2013 - Secondo quanto affermato dal quotidiano Hindustan Times, l’India sarebbe intenzionata ad affidare nuove indagini sul caso marò all’Agenzia nazionale di investigazione. Un richiesta motivata dalla necessità di dimostrare che ogni azione compiuta sia avvenuta nel rispetto della legge.[MORE]
Il periodico parla di una consultazione tra i Ministeri dell’Interno e della Giustizia, dalla quale sarebbe emersa la decisione di presentare una richiesta alla Corte Suprema al fine di dimostrare che il Governo indiano ha la giurisdizione per occuparsi del caso. La petition prevede il passaggio delle indagini nelle mani della Nia, "che potrà realizzare ulteriori indagini come potrebbe essere necessario, per presentarne i risultati ed i capi di imputazione davanti alla Corte designata".
Nello specifico, si vuole provare “che le leggi indiane sulla sicurezza marittima e sulle acque territoriali non entrano in conflitto con nessuno dei trattati o convenzioni delle Nazioni Unite”. Secondo i due Ministeri infatti "la legge indiana sulla Sicurezza della navigazione marittima approvata dal Parlamento nel 2002 conferisce all'India piena giurisdizione nella vicenda".
Il Ministero dell’Interno ha ulteriormente precisato che la sparatoria è avvenuta entro la zona delle acque contigue dell’India e per tale ragione non risulterebbe applicabile la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto marittimo (Unclos), trattato che permetterebbe all’Italia la rivendicazione della giurisdizione.
Valentina Vitali
(Foto da the report.it)