Caso Ramy Elgaml: salgono a sette i carabinieri indagati

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Nuovi sviluppi sull’inchiesta relativa alla morte del giovane 19enne di origini egiziane

La vicenda giudiziaria legata alla morte di Ramy Elgaml, il ragazzo di 19 anni morto il 24 novembre 2024 al termine di un inseguimento con una pattuglia dei carabinieri, continua ad allargarsi con nuovi indagati e ulteriori accertamenti.

Secondo quanto riportato da diverse fonti di stampa, la procura avrebbe iscritto nel registro altre due persone, portando così a sette il numero complessivo dei carabinieri coinvolti nelle indagini.

Le nuove accuse: falso ideologico e dichiarazioni non veritiere

I due nuovi indagati fanno parte del nucleo radiomobile intervenuto la notte dell’incidente. Le accuse ipotizzate nei loro confronti sarebbero false informazioni al pubblico ministero e falso ideologico in atto pubblico.

In particolare, agli inquirenti non tornerebbero alcune dichiarazioni fornite dai militari durante le prime fasi investigative. Il presunto falso, invece, riguarderebbe uno dei verbali compilati dopo l’incidente.

Questo documento avrebbe avuto un ruolo rilevante nel ricostruire la dinamica della notte in cui Ramy è morto cadendo dal suo scooter al termine del lungo inseguimento.

Una vicenda ancora da chiarire

La morte del giovane di origini egiziane ha sollevato interrogativi e acceso il dibattito pubblico, soprattutto sul ruolo delle forze dell’ordine durante l’intervento. La famiglia e diverse associazioni chiedono da settimane trasparenza, accesso agli atti e una ricostruzione completa dei fatti.

L’inchiesta, ancora in corso, sta passando al vaglio:

  • i verbali compilati dai militari
  • le registrazioni radio interne
  • le testimonianze di chi era presente
  • eventuali filmati provenienti da telecamere pubbliche e private

Un caso destinato a far discutere

Il caso Ramy si inserisce in un contesto più ampio che riguarda la fiducia nelle istituzioni, l’uso della forza e la gestione degli interventi ad alto rischio. La verità giudiziaria richiederà tempo, ma gli ultimi sviluppi indicano che la procura sta procedendo con accurati approfondimenti investigativi.

Presunzione di innocenza

È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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