Catanzaro, inizia l’era Aquilani: «Qui per vincere. Ho scelto il momento giusto» (Video)

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Nella conferenza stampa di presentazione, il presidente Noto e il nuovo mister Aquilani raccontano ambizioni, identità e voglia di costruire un percorso importante. Nessun limite, ma serve spirito. Questo è un club che sento già mio.

di Redazione InfoOggi.it

CATANZARO – Non è solo l’inizio di una nuova stagione, ma l’inizio di una storia che profuma di incastri perfetti. Alberto Aquilani è il nuovo allenatore del Catanzaro e lo ha presentato oggi ufficialmente la società, in una sala stampa viva, piena di attese e di emozione. I giornalisti hanno accolto con calore un mister giovane, riflessivo, ma con le idee già molto chiare: identità forte, calcio propositivo, ambizione dichiarata.

Ad aprire l’incontro è stato il presidente Floriano Noto, con parole di stima e gratitudine per chi ha lasciato e chi sta entrando ora in questo progetto:

Presidente Noto: «Quest’anno partiamo nei tempi giusti. Voglio prima di tutto ringraziare mister Caserta, che ha lavorato con grande serietà. Oggi iniziamo un nuovo percorso con Aquilani, scelto con convinzione assieme al direttore sportivo. È un allenatore che incarna i valori del nostro club, quelli che vediamo anche nei nostri giocatori. La sua visione di calcio è quella che vogliamo offrire a questa città».

Il Presidente ha poi richiamato l’attenzione sul clima di collaborazione costruito con stampa e tifosi:

«Siamo una società fatta di persone, dall’allenatore al magazziniere, e in questi due anni l’armonia tra tutte le componenti – inclusi voi giornalisti – è stata un fattore chiave. Ora serve continuare così, uniti: è l’unico modo per fare qualcosa di grande».

Aquilani: Catanzaro è il posto giusto. Ora è il mio tempo.

Con grande naturalezza, Alberto Aquilani ha rotto subito il ghiaccio con un messaggio chiaro:

Aquilani: «Mi verrebbe da dire “scusate il ritardo”. L’anno scorso non sono venuto per motivi personali, avevo bisogno di staccare. Ho avuto offerte, ma ho scelto di fermarmi. Non è stata una fuga o un ripiego, semplicemente non era il momento giusto. Ora sì».

Le sue parole non sembrano quelle di un tecnico appena arrivato, ma di qualcuno che questa squadra la conosce da tempo:

«Catanzaro l’ho seguita da due anni. Anche in C, anche da fuori. È un club che mi ha sempre trasmesso qualcosa. Non c’è dietro una strategia, ma una sintonia spontanea. Questa città, questa tifoseria, questo gruppo, hanno un’identità che somiglia molto alla mia».

Voglio un calcio coraggioso, riconoscibile, ma soprattutto vincente.

A chi gli chiede che calcio porterà al “Ceravolo”, Aquilani risponde con concretezza:

«Mi piace un calcio aggressivo, giocato nella metà campo avversaria. Voglio una squadra che sappia scegliere come vincere le partite, che non si adatti ma imponga. Ma attenzione: il mio calcio non è solo palleggio. È concretezza, è sapere quando verticalizzare, quando difendere, quando cambiare ritmo».

La parola chiave è principi:

«I principi di gioco devono essere la casa dei calciatori. Quando le cose si mettono male, ti rifugi lì. Ma servono anche gambe, corsa, intensità. Il calcio oggi è fatto anche di fisico. Non possiamo permetterci di essere pigri: dobbiamo andare forte».

Obiettivo? Nessun limite, ma testa bassa e lavoro quotidiano.

Quando qualcuno prova a incalzarlo sul traguardo stagionale, il mister è chiaro:

Aquilani: «Il presidente non mi ha imposto obiettivi precisi. Ma se diciamo che vogliamo “fare meglio”, vuol dire puntare alla Serie A. Non sarà facile, lo so bene, ma non mi pongo limiti. Le parole contano poco, conta il campo».

Giovani sì, ma con qualità. E servono anche leader veri.

Uno dei temi più caldi è quello della valorizzazione dei giovani, un punto forte del profilo di Aquilani. Ma il mister chiarisce:

«Mi piacciono i giovani bravi, ma devono esserlo davvero. Serve anche l’esperienza. Mi piacciono i leader che trascinano, dentro e fuori dal campo. Il giusto mix è fondamentale».

E aggiunge una riflessione interessante sul passaggio dal vivaio al professionismo:

«Il campionato Primavera ti allena poco. È troppo diverso dalla realtà della Serie B. In futuro credo molto nel progetto delle squadre U23, che colmano quel gap. Un giovane, per essere pronto, deve passare da lì o avere già una struttura importante».

La Serie B vista da spettatore: Campionato strano, ma formativo.

Dopo un anno sabbatico, Aquilani arriva più maturo e consapevole:

«Ho viaggiato, studiato, osservato. È stato un anno di crescita vera. Ho seguito allenatori che stimo, analizzato i miei errori, cercato ispirazione. Il campionato di B? Difficile, atipico. Ci sono state squadre che sono mancate totalmente. Questo ti fa capire che la differenza non la fa solo la qualità tecnica».

Mercato, staff e ritiro: le prossime tappe.

Sul mercato, il mister è cauto ma vigile. Smentisce in parte le voci su alcuni nomi accostati al Catanzaro, come il giovane Arder:

«L’ho letto sui giornali. È un ragazzo che conosco bene, ha qualità, ma non sono al corrente di trattative concrete. Adesso è ancora presto per parlarne».

Quanto allo staff, porta con sé quattro collaboratori fidati:

«Non faccio i nomi per motivi burocratici, ma ci siamo. Partiremo il 15 luglio con il ritiro, ci ritroveremo a Catanzaro pochi giorni prima per iniziare a lavorare insieme».

Un gruppo solido e una tifoseria speciale: Qui si può fare calcio.

Aquilani ha parole di grande rispetto per la tifoseria giallorossa:

«È una tifoseria educata, rara in Italia. Ha vinto, ma non si è montata la testa. Il Catanzaro può diventare un punto di riferimento. Il mio compito è dare una squadra che li rappresenti. Che abbia fame, coraggio e coerenza».

E lancia un messaggio anche allo spogliatoio:

«Voglio parlare con tutti. Alcuni ragazzi vogliono andare via? Prima li guardo in faccia. Se restano, devono essere convinti. L’entusiasmo è fondamentale».

Conclusione: parole da campo, cuore da leader.

La sensazione, dopo più di un’ora di conferenza, è chiara: Alberto Aquilani non è venuto a Catanzaro per fare passerella, ma per costruire qualcosa. Ha scelto il momento giusto, una squadra pronta e un club che ha imparato a crescere.

Sarà un percorso difficile, pieno di sfide. Ma lo spirito è quello giusto. E forse sì, questa volta, le stelle sono davvero allineate.

Il Catanzaro riparte. Lo fa con una nuova guida, una visione chiara e una piazza che sogna. L’era Aquilani è cominciata.

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Scritto da Redazione

Giornalista di InfoOggi

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