Il tecnico rossoblù presenta la sfida e avverte: “Contro la Cavese serviranno testa, equilibrio e fame nei duelli”. Focus su condizione della squadra, lavoro emotivo e gestione del gruppo
Mister Longo ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Cavese-Crotone, gara in programma domani alle 14:30. L’allenatore ha toccato tanti temi: l’avversario, la condizione degli infortunati, il rendimento diverso tra casa e trasferta, la tenuta emotiva della squadra e anche la crescita dei singoli. Ecco i passaggi principali, con analisi e contesto per capire davvero dove si trova oggi il Crotone.
Che partita sarà contro la Cavese
Per Longo la Cavese è una squadra da non sottovalutare, anche se la classifica potrebbe far pensare il contrario. Il tecnico la descrive così: una squadra “con grande fattore emotivo e molto compatta”, brava a “sporcare la partita”, a giocare ad alta intensità fisica e poi a ripartire.
La Cavese alterna più sistemi di gioco: 3-5-2, ma anche 3-4-2-1, con giocatori capaci di adattarsi alle diverse letture tattiche. Questo rende la partita “insidiosa” perché l’avversario può cambiare volto in corsa.
L’aspetto chiave secondo Longo? Restare dentro la partita dal primo all’ultimo minuto.
Tradotto: niente cali di attenzione, capacità di leggere i momenti e disponibilità a lottare sui duelli.
Stato fisico del Crotone: chi c’è e chi è in dubbio
Tema infermeria. Longo fa il punto su alcuni giocatori:
- Andreoni: unico vero dubbio. Nessuna lesione dagli esami strumentali, ma persiste un fastidio alla coscia. Nuovo controllo ecografico per capire se rischiarlo.
- Vinicius: rientra dalla squalifica. Il periodo di stop è stato usato anche per gestire un vecchio problema alla tibia. Ha saltato un paio di giorni di lavoro, ma ora si è allenato regolarmente con il gruppo.
- Il resto della rosa: “siamo i soliti”, dice Longo. Gruppo in condizione di lavorare bene.
Questo è importante perché il Crotone arriva alla gara con continuità di uomini e meccanismi. Per una squadra che fa dell’identità di gioco un punto fermo, avere pochi dubbi di formazione è un vantaggio.
“Obbligo di vincere”? Longo frena: prima viene la serenità
I numeri dicono una cosa chiara:
- Il Crotone è tra le migliori squadre in trasferta per punti raccolti, insieme a Salernitana, Cosenza e Monopoli.
- La Cavese è ultima per rendimento casalingo.
Sulla carta, sembrerebbe una partita “da vincere per forza”. Ma Longo rifiuta proprio questa parola: obbligo.
Secondo lui, l’obbligo crea tensione interna, e questa tensione è uno dei veri ostacoli alla continuità di prestazione. Il messaggio ai suoi è diverso: non farsi schiacciare dall’ansia del risultato, ma esprimere quello che la squadra sa fare già quando è lucida.
Per l’allenatore, il Crotone ha già dimostrato fuori casa di saper trasformare partite complicate in partite “semplici”, grazie a organizzazione, sacrificio e lettura delle situazioni. Viene citata anche una prestazione tipo: la sfida di Bergamo con l’Atalanta, una gara che Longo considera esempio di identità, qualità e sacrificio.
Qui c’è il punto chiave della sua filosofia:
“Non dobbiamo pensare di dover sempre dominare per 90 minuti. Dobbiamo essere squadra, sapere soffrire nei momenti in cui non comandiamo e poi far male quando tocca a noi.”
Il tema della maturità: vincere anche quando giochi male
Longo insiste su un concetto tipico delle squadre che vogliono stare in alto: la capacità di portare a casa punti anche in giornate sporche.
L’analisi della partita precedente è molto fredda e quasi “da laboratorio”:
- Per 60-70 minuti gara bloccata e povera di occasioni da entrambe le parti.
- Il Monopoli segna praticamente da una delle pochissime situazioni create.
- Il Crotone invece produce la maggior parte delle occasioni vere nell’ultimo quarto di gara: pallonetto di Guido, occasione davanti alla porta per Jacopo, la conclusione di Maggio al volo, altre due situazioni per Maggio e un inserimento di Pasquale.
Tradotto: la squadra arriva a costruire 5-6 palle gol nitide nel finale, ma non capitalizza. Longo dice chiaramente che spesso il giudizio viene distorto solo dal risultato. Se quelle occasioni entrano, si parla di solidità e cinismo. Se non entrano, si parla di blackout.
Il salto di qualità richiesto ai suoi è questo:
- Accettare che ci sono momenti in cui “non domini”
- Restare comunque equilibrati
- E portarla a casa “anche brutta, ma vincente”
Per Longo questa è maturità da squadra vera e deve diventare la normalità, soprattutto se il Crotone vuole restare stabilmente nell’alta classifica.
Il ruolo degli esterni offensivi: focus su Maggio
Domanda secca dalla stampa: gli esterni stanno dando abbastanza? Maggio sta vivendo un momento un po’ più complicato in zona gol? Spazio per chi ha giocato meno, tipo Piovanello?
La risposta dell’allenatore è molto netta e difende il suo giocatore.
Su Matteo Maggio:
- Per Longo è stato “il giocatore più pericoloso del Crotone” nell’ultima partita.
- Anche se non ha segnato, è quello che ha creato più situazioni importanti: dribbling, assist potenziali, conclusioni.
- Il problema, dice il mister, è che “su Maggio mettiamo troppe responsabilità”: lui non deve “risolvere da solo”, deve essere uno degli undici che possono risolverla.
Questa è una frase chiave, perché racconta il lavoro interno sul gruppo: togliere peso psicologico a chi è più esposto.
C’è anche un ragionamento tattico sugli esterni: nell’idea del mister, gli esterni devono essere quelli in grado di “spaccare” la partita quando è bloccata, creare superiorità nell’1 contro 1, inventare qualcosa quando gli spazi sono chiusi. Ed è proprio qui che il Crotone, in alcune gare casalinghe, ha faticato a essere subito incisivo e ha dovuto accelerare solo nel finale.