Checco Zalone ed il virus della normalità: introduzione a 8 cose che si dicono su "Quo Vado?"
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Checco Zalone ed il virus della normalità: introduzione a 8 cose che si dicono su "Quo Vado?"

martedì 5 gennaio, 2016

Niente di strano sul fatto che si discuta tanto di cinema italiano in Italia: lo spunto non è culturale, ma sensazionalistico, ossa gli incassi clamorosi di Quo Vado? con Checco Zalone. Come destreggiarsi nel dibattito (sottraendovisi).

OSCAR...RAFONE - Genio o buffone, bravo o bluff, intelligente o furbo: su Checco Zalone si è scatenato il prevedibile coro di commenti, paragonabile – in tema di film italiani – solo al dibattito su La grande bellezza, al quale per il diletto di partecipare ognuno disse la propria, con veleno o spirito critico, con penna forbita o con invettiva volgare: ma solo perché c’era l’Oscar di mezzo. Qui c’è l’Oscar dei botteghini, quei 22 milioni di euro in tre giorni che sollevano una ridda d’improvvisate analisi filmiche, sociologiche, culturali, non tanto per il film in sé (a proposito: il film è di Gennaro Nunziante, non di Checco Zalone), quanto perché solletica dire la propria sul web a fronte d’incassi così scandalosamente alti. Appunto, è scandalismo: se non fosse di massa e se non fosse clamoroso, non interesserebbe. Così, clamoroso è stato il successo di critica di Non essere cattivo: di critica, però, cioè di elite – e né il Facebookkometro né gli incassi sono davvero decollati.

IL NORMAL ONE - Zalone guadagna invece la statuetta della notizia, così senti parlare di cinema con improvvisato acume d’esegesi anche persone che fino all’altroieri vivevano a pane e soap opera: la prima domanda di ogni persona, pardon, utente nei tempi libero pensiero sui social network è “quo vado? Su Instagram o su Twitter?”. E più se ne parla, si stia sicuri, più diventerà costume quello di andare a vedere il film, a volte più per twittare qualcosa che per reale interesse. Più aumenteranno gli incassi, ovvio approdo dell’equazione. Tra tante ovvietà – presente articolo compreso – si rischia di sottovalutare il pregio più grande di Checco Zalone: la normalità. Non a caso, Gennaro Nunziante (ricordate? Il regista di Quo Vado?) ha dichiarato che il punto di forza dell'attore è nel non sentirsi superiore.[MORE]

POP (SETTIMA) ART - Oggi la normalità viene vissuta come un virus. Dopo tanti incassi, anziché convenire alla spicciola sul fatto che un film di ordinaria comicità possa diventare un fenomeno sociale perché piace e basta, una tradizione così come lo era stata quella dei cinepanettoni, si cerca l’anormalità di Zalone, la giustificazione necessaria sul perché lui faccia tanta grana laddove altri falliscono: è più intelligente e non me n’ero accorto? La tesi sul genio. È più scaltro e ci sta fregando tutti? La tesi del bluff. Secondo noi è assolutamente normale che un Paese, specie il nostro, viva di fissazioni periodiche, di manie, di operazioni meglio riuscite di altre. Operazioni di cinema: che è industria ed arte, in confini mai facilmente delimitabili. Quindi, rassegnatevi: ci sarà sempre la furbizia mischiata con l’arte. La settima arte è anche pop: prendiamocela nella propria leggerezza.

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Antonio Maiorino

 


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