Cina, è il clima la priorità: giro di vite su chi inquina
Estero Campania

Cina, è il clima la priorità: giro di vite su chi inquina

venerdì 23 giugno, 2017

NAPOLI, 23 GIUGNO – Nel mese dell’uscita di Donald Trump dagli accordi di Parigi e delle discussioni su quale sarà il futuro della regolamentazione delle emissioni a livello mondiale, dalla Cina arriva la notizia di una proposta di legge estremamente severa in materia di inquinamento.[MORE]

Secondo quanto riportato dal China Daily, infatti, sarebbe al vaglio dei legislatori di Pechino una proposta di legge che introdurrebbe sanzioni fino a 260mila euro per cittadini ed aziende in caso di inquinamento di terreni agricoli o di cantieri. La bozza porterebbe all’applicazione di una disciplina particolarmente stringente anche dal punto di vista del monitoraggio e delle valutazioni di rischio, nonché alla fissazione di severi standard ambientali.

Tra le previsioni del testo attualmente in corso di valutazione, anche la regolamentazione del ripristino dei terreni inquinati. La legge si pone in piena armonia con l’annuncio del ministero dell’Ambiente di Pechino della settimana scorsa, in cui le autorità cinesi hanno comunicato che nell’ultimo anno e mezzo quasi due miliardi di euro sono stati destinati ad operazioni di bonifica. E non è tutto.

Già da più di un anno, infatti, la Cina ha iniziato una grande lotta all’inquinamento anche all’interno delle principali città del Paese, con l’installazione di appositi impianti destinati, seppur limitatamente, a depurare l’aria. Per avere un’idea dell’impatto dello smog e delle sostanze dannose sulla vita della popolazione cinese, basti pensare che la vita media in buona salute di un abitante di Pechino è di circa 58 anni, dieci in meno rispetto alla media dei paesi industrializzati.

Tra slogan anti inquinamento, investimenti e nuove leggi, il futuro della Cina sembrerebbe quindi più eco sostenibile. Il tutto in attesa di comprendere come effettivamente evolverà l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi, che potrebbe non avvenire prima del 2020, anno delle prossime elezioni presidenziali.

Paolo Fernandes

Foto: focus.it


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