Resilienze

Come messaggera della qualità della vita, l'Irisina e i risultati di un'importante ricerca

16 NOVEMBRE 2015 - Lo sguardo d'incondizionata fiducia e speranza nella ricerca scientifica è diffusamente unanime e corale, sebbene questi ambiti - è noto - siano sottoposti da tempo, a umilianti tagli di fondi, con investimenti ridotti progressivamente sempre più a a lumicino, specie nei centri di ricerca del sud.[MORE]

Pur tuttavia il settore scientifico nonostante tutto, avanza spedito e sicuro. "Eppur si muove" si direbbe. Infatti di recente sono stati resi noti i risultati di una importante ricerca scientifica: C'è un ormone che avrebbe gli stessi benefici della palestra: rafforza le ossa e, in dosi maggiori, aiuta anche a bruciare più grassi e quindi a dimagrire. Si chiama irisina, scoperto nel 2012, solo recentemente però la sua funzione sulle ossa è stata individuata da una ricerca italiana pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas).

I risultati sono stati ottenuti dall'università di Bari in collaborazione con l'università di Ancona. Indubbiamente si tratta di risultati incoraggianti, tanto che è stata depositata sin anche una richiesta di brevetto.
L'irisina, che come è noto viene prodotta fisiologicamente dai muscoli, rende la prospettiva del recente studio, quella di "utilizzare questo ormone come farmaco'' anche secondo le affermazioni di Saverio Cinti, direttore del centro sull'Obesità dell'università di Ancona, coautore della ricerca con la Professoressa Maria Grano, anatomista e istologa dell'università di Bari, che ha coordinato il lavoro.

Per la professoressa Grano docente di Istologia, ulteriori studi condotti su animali utilizzati come modello dell'osteoporosi, si stanno rilevando promettenti (...) probabilmente - per la studiosa - "il principale ruolo della molecola sullo scheletro agisce a piccole concentrazioni, mentre a dosi più elevate agisce anche sul grasso''.
Parrebbe un'idea formidabile anche quella di un farmaco che possa far bene come la palestra, sebbene gli obiettivi dei ricercatori, siano comunque ben più articolati ed importanti, legati cioè ai successi ed ai benefici del suo impiego.

La Grano docente di Istologia, non cela gli entusiasmi, ''Puntiamo ad avere un farmaco per chi non ha la possibilità di fare attività fisica, come gli anziani che non possono muoversi o le persone paralizzate, ma anche per gli astronauti che quando sono in orbita perdono massa ossea a causa della mancanza di gravità''.
Il gruppo di ricercatori dell’Università di Bari - dipartimento Smbnos (Scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso), sezione di Anatomia ed istologia della Facoltà di Medicina di cui è parte la Prof.ssa Maria Grano, ha portato a questa rilevante ed importante scoperta scientifica sull' ormone, dell’<<Irisina>> che mutuando il nome da una dea minore dell'Olimpo della mitologia greca, messaggera degli dei; rafforzerebbe le ossa e in dosi maggiori, aiuterebbe anche a bruciare più grassi e quindi a dimagrire.

L’ormone prodotto dai muscoli, sarebbe in grado cioè di dare notevole giovamento alle ossa e questo farebbe pensare principalmente ai suoi possibili effetti nella cura dell’osteoporosi; il cui ulteriore effetto benefico può essere paragonato a quello dell’esercizio fisico, incidendo sull’eliminazione dei grassi.
Funzioni e conseguenze sulle ossa quindi, sono state individuate, con gran rilievo dalla ricerca - pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) - e simbolicamente tradotti in frutto dell’attività svolta dai ricercatori baresi, in collaborazione con il professor Cinti dell'Università di Ancona. I risultati così incoraggianti, hanno così fatto immaginare agli studiosi, di depositare una richiesta di brevetto.

Anche in questo caso, a miglior conferma del prezioso risultato scientifico, che è frutto di intensi anni di studi e sacrifici di cervelli "meridionali" che a ragion veduta qualificano il sud per quello che è: fucina di studi, ricerche e produttivi interessi a carattere culturale e scientifico, nonostante la perifericità geografica infrastrutturale.
Nello studio, i ricercatori hanno valutato l'effetto dell'ormone sui topi e hanno constatato che gli animali, dopo trattamento con «Irisina », avevano le ossa più forti e più resistenti. «La prospettiva di utilizzare questo ormone come farmaco», è dunque importante come asserito dalla professoressa Grano, che ha coordinato il lavoro, poi pubblicato, di cui la prima firmataria è Graziana Colaianni, col gruppo di studiosi composto da Concetta Cuscito, Teresa Mongelli, Paolo Pignataro, Giorgio Mori, Giacomina Brunetti, Silvia Colucci.

Se per i più "pigri" può essere suggestiva l'idea di un farmaco che dia giovamento al pari della frequentazione di una palestra, in verità l'obiettivo degli studiosi è comunque l’applicazione ancora più "avveniristica", relativamente all’aumento della vita media della nostra società; alle prospettive terapeutiche per il trattamento e la prevenzione dell’osteoporosi, sia allo sviluppo farmacologico e delle sue ulteriori applicazioni, in grado cioè di non solo di simulare gli effetti di un vero e proprio esercizio fisico; quanto anche alle possibili altre implementazioni.

Il lavoro supportato dalla Siommms: Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle Malattie dello scheletro, attraverso un premio per giovani ricercatori attribuito lo scorso anno alla dottoressa Colaianni è un simbolo del valore, nell’impegno ma anche della preparazione dei ricercatori meridionali, come la Professoressa Grano e di tutti gli studiosi italiani, che hanno condiviso la ricerca. Sono con tutta evidenza questi successi che confermano l'ottimismo e diffondono la fiducia nel progresso scientifico anche a queste latitudini.

(Fonte immagine: gazzetta del mezzogiorno)

Angela Maria Spina