Confiscato patrimonio milionario legato alla criminalità organizzata: sigilli a beni collegati alla Banda della Magliana e a tre mafie
Confisca definitiva dei beni: sequestrati immobili e conti bancari per milioni di euro
La lotta dello Stato italiano contro la criminalità organizzata compie un nuovo passo importante: è stata confermata in via definitiva la confisca del patrimonio di un uomo romano considerato vicino ai boss della Banda della Magliana e dei principali clan mafiosi italiani.
Il provvedimento, ormai irrevocabile dopo la sentenza della Corte di Cassazione, è stato eseguito dalla Divisione Anticrimine della Questura di Roma, sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali.
Il patrimonio confiscato: albergo, immobili e conti bancari
La confisca riguarda numerosi beni riconducibili all’uomo, accumulati nell’arco di decenni attraverso attività di usura, estorsione e riciclaggio. Tra questi figurano:
- un complesso immobiliare a Rocca di Papa, in provincia di Roma, utilizzato come albergo-ristorante, ora assegnato alla Protezione Civile;
- un immobile situato nella capitale, nella zona della Magliana;
- diverse disponibilità finanziarie distribuite su più rapporti bancari, per un valore superiore a 300.000 euro.
Il valore complessivo del patrimonio sequestrato supera i 3 milioni di euro.
Il profilo dell’uomo: un “uomo liquido” al servizio delle mafie
Il destinatario della misura è un uomo romano di 83 anni, attivo nel mondo dell’usura fin dagli anni ’70. Secondo le indagini, sarebbe stato un punto di riferimento per diversi gruppi criminali, tra cui:
- ’Ndrangheta
- Camorra
- Cosa Nostra
- Banda della Magliana
Durante un interrogatorio, l’uomo si sarebbe definito un “uomo liquido”, cioè disponibile a lavorare per diversi sodalizi criminali, con il compito principale di riciclare il denaro illecito proveniente da estorsioni, traffici illegali e bancarotte fraudolente.
Secondo gli investigatori, si vantava spesso dei suoi rapporti con boss mafiosi e figure di primo piano della criminalità romana.
L’operazione del 2021 e il ruolo degli inquirenti
La figura dell’uomo era già emersa durante una maxi-operazione del 2021, in cui vennero individuati suoi legami con un imprenditore calabrese vicino alla cosca Piromalli, una delle più potenti famiglie della 'Ndrangheta operante nell’area tirrenica.
La Procura e la Questura di Roma avevano richiesto già nel 2023 la confisca dei beni, in base al Codice Antimafia, e oggi la decisione è stata definitivamente confermata.
Un segnale forte dello Stato
Questa confisca rappresenta un ulteriore passo nella strategia italiana di contrasto alla ricchezza criminale, strumento fondamentale per indebolire le organizzazioni mafiose e restituire beni e risorse alla collettività.
La sottrazione di patrimoni accumulati illecitamente non mira solo a punire i responsabili, ma anche a rompere la rete economica che alimenta lo sviluppo delle mafie sul territorio.
Presunzione di innocenza
È importante ricordare che, nel sistema penale italiano, vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Come sancito dall’articolo 27 della Costituzione italiana, nessuno può essere considerato colpevole fino a condanna passata in giudicato.