Continua la vertenza dei precari della Giustizia

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CAGLIARI, 14 NOVEMBRE 2014 - In Sardegna, come nel resto d'Italia, la situazione dei precari della Giustizia rimane complicata. Intanto, al fine di tenere alta l'attenzione sulla vertenza, i coordinatori dell'Unione Precari della Giustizia hanno emesso un comunicato stampa. 

"Dopo il Sit-in del 29 Ottobre 2014 continua la vertenza dei 2924 tirocinanti della Giustizia che si prospetta particolarmente complessa in Sardegna e in tutta Italia. [MORE]

Allo stato attuale i lavoratori tirocinanti, cassintegrati, in mobilità, disoccupati ed inoccupati che fanno parte del coordinamento Upg “Unione Precari Giustizia” attendono con impazienza di colmare le 230 ore di tirocinio entro l’anno 2014 e sperano in un percorso virtuoso che porti a una contrattualizzazione nel rispetto delle norme del pubblico impiego.

L’esperienza lavorativa dei tirocinanti è iniziata nel 2010 quando il Tribunale e la Provincia di Roma hanno firmato una convenzione per attivare tirocini presso gli uffici giudiziari nel Lazio. Sull’esempio di questa iniziativa con le amministrazioni giudiziarie, le Provincie e le Regioni di Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Campania, Calabria, Abruzzo, Marche, Sardegna, Umbria, Basilicata, Molise, Sicilia e Puglia, al fine di garantire la prosecuzione delle attività giudiziarie, hanno replicato questo progetto per tamponare le croniche carenze d’organico, che ad oggi sono pari a 9 mila unità su tutto il territorio nazionale, con punte di scopertura del 40-45% al Centro-Nord.

In questi anni i tirocinanti sono stati inseriti pienamente nel ciclo lavorativo e hanno affiancato, a tutti gli effetti, il personale interno come più volte riconosciuto dai Presidenti dei Tribunali, dai Procuratori e dal Primo Presidente della Corte di Cassazione che, anche nell’apertura dell’anno giudiziario, fa riferimento ai lavoratori precari impegnati nei tirocini formativi.

Le precedenti esperienze hanno avuto un’integrazione all'ammortizzatore sociale di circa 240 € mensili, mentre quello svoltosi lo scorso anno a cura del Ministero garantiva per circa 4 mesi una paga oraria di 10€ lorde; si necessita segnalare che moltissimi lavoratori ad oggi non percepiscono più neanche l'ammortizzatore sociale, ma solo l’indennità di tirocinio.

Con apposito emendamento la legge di stabilità 228/12, all'articolo 1 comma 25, ha previsto un finanziamento di 7.500.000€ per una platea di circa 3000 lavoratori, per proseguire "la formazione" passandola in carico direttamente al Ministero definendo così il “completamento del percorso formativo”; ciò è stato il primo passo verso il riconoscimento da parte del Ministero di questa forza lavoro che, sino allo scorso anno, formalmente neancheesisteva.

Nella legge di stabilità 147/13, all’1 comma 344, il finanziamento è stato raddoppiato anche se, ad oggi, al Ministero risultano disponibili solo 7.500.000€ mentre i restanti devono essere assegnati con un DPCM; si necessita di recuperare quelle somme e successivamente trovare un ulteriore finanziamento, come da impegno anche del Partito Democratico assunto con l’ODG 9/1865-A/268 approvato il 20 Dicembre 2013.

Durante la presentazione delle Linee guida della Riforma della Giustizia, il Ministro Orlando ha chiarito alcuni punti nodali del progetto: tra questi vi è la grave carenza di personale e gli interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile.

Questa è l’occasione utile affinché i tirocinanti formati vengano utilizzati per dare un contributo fattivo al progetto di smaltimento come hanno già fatto fin ora con i tirocini, ma questa volta attribuendogli una giusta collocazione contrattuale.

Tecnicamente, ai sensi della 368/01 nel rispetto degli art. 35 e 36 del D. Leg. 30 marzo 2001 n.165 come modificati dall'art. 49 della legge 133 del 2008, possono essere banditi posti per contratti a tempo determinato nei vari distretti di Corte d'Appello attraverso i centri per l'impiego.

Le OO.SS potrebbero discutere le procedure selettive dei bandi sulla base del servizio prestato come tirocinante in virtù delle Convenzioni con Province e Regioni e dei tirocini di “completamento e perfezionamento” svolti direttamente col Ministero della Giustizia; ciò permetterebbe una giusta collocazione del rapporto di lavoro nel rispetto delle norme di legge garantendo continuità e personale formato negli uffici.

Questa proposta renderebbe dignità a chi sino ad oggi ha lavorato nell’invisibilità contrattuale fornendo una “task force” formata e selezionata per un progetto di smaltimento dell'arretrato che rientrerebbe anche in una politica di crescita e di rilancio dell'occupazione come il paese richiede.

In attesa di una risposta definitiva e del rientro negli uffici giudiziari dei tirocinanti il coordinamento, sia quello sardo che nazionale, continuerà ad attuare iniziative di volantinaggio, presidi, petizioni, interviste ai giornali e incontri sindacali e statali.

I coordinatori regionali Upg Gian Mario Pira e Luana Meloni, i tirocinanti sardi e tutti coloro che fanno parte del coordinamento nazionale sono aperti a una interlocuzione costruttiva per avviare il progetto in questione attraverso il coinvolgimento degli enti statali e sindacali, al fine di trovare una soluzione definitiva alla precarietà dell’ambito giudiziario".

(Foto da: procura.ca.it)

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Scritto da Vanna Chessa

Giornalista di InfoOggi

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