Cosenza saluta Padre Fedele: l’ultimo abbraccio tra cori, bandiere e sciarpe rossoblù

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L’omaggio della città al “Monaco” ultrà che ha dedicato la vita agli ultimi

Cosenza ha salutato per l’ultima volta Padre Fedele Bisceglia, il “monaco” ultrà conosciuto e amato da tutta la comunità per la sua instancabile dedizione ai poveri e ai più bisognosi. Una folla commossa ha partecipato alle esequie nella Chiesa del Santissimo Crocifisso, gremita di fedeli, tifosi e cittadini.

L’arcivescovo Mons. Giovanni Checchinato ha celebrato il rito funebre, mentre all’ingresso il Sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha consegnato simbolicamente il Sigillo della Città, deposto sulla bara ricoperta di sciarpe rossoblù. Presenti anche alcuni giocatori e rappresentanti della società del Cosenza Calcio, a testimonianza del forte legame tra il frate e la squadra.

Un legame indissolubile con i tifosi del Cosenza Calcio

Dopo la funzione, il feretro è stato accompagnato da cori da stadio, fumogeni e bandiere rossoblù, attraversando un corteo che ha condotto Padre Fedele fino allo Stadio San Vito-Marulla. Qui, portato a spalla dai suoi ultras, ha compiuto un emozionante giro di campo fino alla Curva Sud, dove uno striscione recitava:

"Maracanà una vita da ultrà, grazie Monaco".

Per gli ultras, Padre Fedele non era solo un simbolo: era una guida, un padre, un amico. A lui si attribuisce l’insegnamento che la fede, la fratellanza e il sostegno reciproco sono valori fondamentali anche sugli spalti.

Il ricordo e le parole di chi lo ha conosciuto

Durante la cerimonia, Padre Giovanni Loria, Provinciale dei Cappuccini, ha sottolineato come Padre Fedele fosse capace di dare voce “a chi vive ai margini della società”, con un linguaggio diretto e schietto, ma sempre mosso da profonda umanità.

Gli amici ultras hanno ricordato la sua capacità di unire le persone, raccontando episodi della sua vita, dalle missioni in Africa fino ai momenti più difficili, quando per aiutare i senzatetto arrivò a dormire sotto i ponti.

Il suo messaggio era chiaro: “L’Africa è dentro di noi e intorno a noi. Andare in Africa significa adottare uno stile di vita, un modo di stare al mondo”.

Un’eredità di fede, coraggio e fratellanza

Padre Fedele sarà tumulato a Dipignano, suo paese natale, ma il suo esempio resterà vivo nel cuore dei cosentini. La sua vita, segnata da momenti di gioia e di persecuzione, è stata un inno alla libertà e alla solidarietà.

Come ha ricordato un tifoso presente: “Senza di lui, molti di noi non si sarebbero mai conosciuti. È stato il nostro Francesco, una Madonna che ci ha protetto”.

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Scritto da Nicola Cundò

Giornalista di InfoOggi

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