Cosi e' (se gli pare)

Così è (se gli pare). Il Paese diventa un siparietto di avanspettacolo

LUCCA, 4 APRILE 2013 - «In un passaggio molto difficile il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha scelto di dare all’Italia e al mondo un segnale di stabilità e di continuità delle nostre Istituzioni. Per quello che sta a noi, siamo pronti ad accompagnare responsabilmente il percorso che il Capo dello Stato ha indicato», così recentemente ha dichiarato Bersani. Il suo tentativo, tuttavia, di formare un Governo ha avuto un esito non risolutivo per il Paese, ha portato reazioni molto forti da parte della stampa internazionale. Giorgio Napolitano nomina due commissioni di dieci saggi affinché trovino i punti condivisi su riforme istituzionali e misure anti- crisi. Immediate le reazioni dei partiti.[MORE]

Bersani fallisce e lo stallo italiano continua. L’esito non risolutivo delle consultazioni del leader del Pd irrompe sulla stampa internazionale. Il Financial Times titola “ Italia nel limbo dopo che Bersani ha fallito nel formare una coalizione”, Le Monde “Bersani fallisce, Grillo gioisce”, il Die Welt “Il vincitore delle elezioni fallisce nel formare un governo”, il New York Times “ il fallimento delle consultazioni non siano una sorpresa”.

Non si può certo considerare una sorpresa l’insieme di accadimenti di quest’ultima settimana, una situazione in cui ognuno pensa solo al proprio tornaconto genera forzatamente una situazione di stallo; quello che non condivido di ciò che la stampa estera ha scritto è il riferimento ad un fallimento di Bersani: tutto il nuovo Parlamento ha fallito, non Bersani, tutta l’Italia ha perso una occasione, non solo il Pd. Non so se Grillo gioisce, ma di cosa poi dovrebbe gioire? Del fatto che il nostro Paese affonda? Ovviamente la stampa estera si sbizzarrisce essendo l’Italia un bersaglio facile e “pittoresco” visti anche i nostri trascorsi politici, siamo fra i migliori ad offrire da sempre “simpatici siparietti” e personaggi politici da avanspettacolo. Uno su tutti: chi predicava precedentemente un profilo basso della politica fatto più di azioni che di comparsate televisive adesso inonda la tv con il suo “tsunami”.

L’esito non risolutivo del segretario del Pd non ha potuto portare quei numeri certi che il Quirinale voleva. Napolitano nomina due commissioni di dieci saggi affinché trovino i punti condivisi su riforme istituzionali (legge elettorale) e misure anti- crisi. Era necessario o sarebbe stato meglio trovare un’altra soluzione?

La condizione in cui ci troviamo adesso è dovuta sicuramente ad una profonda crisi anche politica ma pure ad una terribile legge elettorale partorita dal governo Berlusconi, cambiarla è fondamentale per potere compiere un primo passo nella direzione giusta. La funzione dei dieci saggi mi sfugge. La sensazione a pelle è che sia un cuscinetto, un riempitivo per arrivare con la tempistica giusta a nuove elezioni. Da un certo punto di vista concordo con quanto affermato recentemente da Grillo, ovvero che il Parlamento potrebbe tranquillamente espletare le funzioni per cui i dieci saggi sono stati selezionati; trovo molto più corretto proseguire nel solco della tradizione mettendo i nuovi parlamentari di fronte alle proprie responsabilità, il Parlamento c’è: che lavori!

Crescono i dubbi dei partiti sulla mossa di Giorgio Napolitano. Grillo afferma come sia fondamentale ridare al Parlamento la sua centralità. «Il Paese ha bisogno di un Parlamento funzionante» e non di «fantomatici negoziatori o di badanti della democrazia». Il M5S definisce un «Golpe Bianco» la creazione delle due commissioni di saggi da parte del Capo dello Stato. Attualmente la democrazia italiana è davvero una scatola vuota?

Ciò che Napolitano ha evidenziato con la sua mossa, il segnale che dagli italiani deve essere colto è che siamo arrivati al punto di non potere più nemmeno fare affidamento su un Parlamento appena eletto. Mi fa morire dalle risate Grillo che afferma la centralità del Parlamento quando, anche per colpa del M5S, il Parlamento è ingessato al punto che non si riesce a dare un Governo al Paese o a legiferare preparando il terreno per nuove elezioni. Dunque il Presidente della Repubblica, che in questa fase del settennato non può più sciogliere le camere, cosa deve fare per dare all’ Italia almeno una parvenza di nazione seria e responsabile nei confronti dei partner europei, dei mercati e dei cittadini italiani stanchi e sfiduciati? La democrazia italiana è adesso, a mio avviso, quanto di più simile ad una scatola vuota e la colpa è dei nuovi parlamentari, dei partiti e vari movimenti.

Dopo la decisione di Napolitano, Bersani ha affermato di sostenere la scelta del presidente della Repubblica, scelta cha ha dato al Paese «un segnale di stabilità e di continuità delle nostre Istituzioni. L’Italia necessita di un governo di cambiamento». Come dovrebbe essere?

Innanzitutto dovrebbe essere un governo, poi dovrebbe essere supportato da una maggioranza e infine dovrebbe guidare il Paese verso l’agognato cambiamento, speriamo in meglio. Bersani non può fare altro che sostenere Napolitano nelle sua scelte, anche perché non c’è altro da fare. Mi rammarico del fatto che non sia stato possibile vedere all’opera un governo Bersani, che sicuramente non sarebbe stato peggio di questa estensione del governo Monti, ma siamo nella fantapolitica, in quella dimensione dei “ma e dei “se” poi sconfessati, dove dopo tante barricate anche uno come Crimi, prima di essere rimesso in riga dal movimento, arriva a dire che forse sarebbe stato meglio Bersani di Monti. L’opportunità c’era ma è stata persa.

Il Pdl boccia la permanenza dell’esecutivo Monti e dei saggi. Il partito sostiene che sia una decisione che fa solo perdere tempo; il problema resta. Sarebbe stato meglio far ritornare gli Italiani alle urne?

Gli italiani torneranno alle urne necessariamente. Coloro che si spartiscono i seggi in Parlamento hanno ampiamente dimostrato di non volere comunicare, ognuno va nella propria direzione. Sembra di assistere ad uno squartamento, una delle torture più atroci: un disgraziato che viene legato a due ( in questo caso tre) cavalli che spingono in direzioni opposte; gli animali tirano, le articolazioni del poveretto vengono straziate per prime, poi il dolore diventa insopportabile e l’uomo muore. Nel nostro caso, il torturato è il popolo italiano e gli equini, da definire se cavalli o somari, sono gli schieramenti che non guardano in faccia a nessuno a scapito nostro. Solo un’incognita rimane: quanto resisterà questo corpo prima di smembrarsi?

Alessandro Bertolucci e Giulia Farneti