Economia

Crisi, Ocse: l'Italia è l'unico paese ancora in recessione

 ROMA, 4 SETTEMBRE 2013 - L'Italia anche nel 2013 sara' l'unico paese del G7 a restare in recessione. Continuerà invece la ripresa "moderata" nell'Eurozona anche nella seconda parte dell'anno ma restano rischi elevati. La stima, fornita ieri dall'Ocse nell”’Interim Economic Assessment", non dà spazio all’ottimismo. Viene sottolineato anche l'alto livello della disoccupazione in molte economie avanzate. C'e' il rischio che la disoccupazione possa diventare "strutturale" anche in presenza della ripresa e possa aumentare i rischi di tensioni sociali.

Come spiega il capo economista dell'organizzazione parigina, Pier Carlo Padoan, bisogna vedere se un possibile miglioramento sarà accompagnato o meno dalla creazione di nuovi posti di lavoro, oppure si tratterà di una jobless recovery. “Dipenderà – spiega Padoan - dalla flessibilità nei contratti e dalla eventuale riduzione del carico fiscale sul lavoro. Il pericolo è che la disoccupazione, che resta elevata in tutte le economie avanzate, diventi strutturale, aumentando le tensioni sociali”.

Per quanto riguarda l’Italia “gli indicatori suggeriscono che il Paese sta uscendo lentamente dalla recessione in cui era caduta - dicono gli analisti dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico - ma si tratta di uno scenario denso di incognite, anche politiche”.

Nel 2013 il Pil dell'Italia si attesterà al -1,8%. Nel quarto trimestre si contrarrà dello 0,3% e dello 0,4% nel terzo. Preoccupa il fatto che l’Italia sia l’unico paese dell’Eurozona a non riuscire ad agganciare la ripresa. La Francia registrerà a fine anno una crescita dello 0,3% (+1,4% nel terzo trimestre, +1,6% nel quarto), la Germania dello 0,7% (+2,3% e +2,4%), la Gran Bretagna dell'1,5% (+3,7% e +3,2%), Usa +1,7% (+2,5% e +2,7%). Stati Uniti, Giappone e Gran Bretagna sono i protagonisti dei maggiori miglioramenti economici, mentre l'Eurozona nel suo insieme non e' più in recessione.

Tuttavia "una ripresa sostenibile non e' ancora consolidata e permangono rischi elevati" in particolare per l'area euro.L' Ocse quindi suggerisce l’adozione di una politica macroeconomica che fornisca supporto sufficiente alla domanda, mentre sono intraprese le riforme necessarie. Sempre secondo l’organizzazione parigina "le riforme istituzionali possono anche affrontare direttamente le ineguaglianze, come ad esempio migliorando l'accesso all'istruzione e l'orientamento ai trasferimenti per chi ne ha più bisogno. L'area euro rimane vulnerabile alle rinnovate tensioni finanziarie, bancarie e del debito sovrano. Molte banche non sono sufficientemente capitalizzate e gravate da 'cattivi' prestiti".

Padoan esprime, per quanto riguarda l'Italia, un giudizio positivo sul provvedimento per la restituzione dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese, mentre su Imu e Iva si limita a ricordare l'importanza di mantenere “saldo” l'obiettivo del 3% nel rapporto deficit-Pil.

Michela Franzone[MORE]