Da Bozzolo a Barbiana. Papa Francesco rende omaggio a don Mazzolari e a don Milani
Chiesa e Società Lombardia

Da Bozzolo a Barbiana. Papa Francesco rende omaggio a don Mazzolari e a don Milani

martedì 20 giugno, 2017

 BOZZOLO; 20 GIUGNO – "Oggi sono pellegrino qui a Bozzolo e poi a Barbiana, sulle orme di due parroci che hanno lasciato una traccia luminosa, per quanto scomoda, nel loro servizio al Signore e al popolo di Dio". Con queste parole Papa Francesco ha spiegato il suo pellegrinaggio per rendere omaggio a don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani. [MORE]
"Ho detto più volte - ha ricordato Francesco - che i parroci sono la forza della Chiesa in Italia. Quando sono i volti di un clero non clericale, essi danno vita ad un vero e proprio 'magistero dei parroci', che fa tanto bene a tutti".

L'elicottero di Papa Francesco è atterrato poco prima delle 9, dopo circa un'ora e mezza di volo dal Vaticano, nel campo sportivo di Bozzolo, dove è stato accolto dal vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, e dal sindaco di Bozzolo, Giuseppe Torchio. Dal campo il Pontefice ha raggiunto in autola piazza, intitolata a don Mazzolari, antistante alla parrocchia di san Pietro, e lì è stato sistemato un maxischermo e sull'oratorio c'è uno striscione con la scritta "Anch'io voglio bene al Papa".

"Il fiume, la cascina, la pianura" sono i "tre scenari che ogni giorno riempivano occhi e cuore" di don Primo Mazzolari per questo è il parroco d'Italia (riferimento alla definizione che Paolo VI diede di don Mazzolari, ndr). A partire da queste tre immagini, papa Francesco ha messo in guardia dai metodi "sbagliati", "tre strade che non conducono nella direzione evangelica": del "lasciar fare", dell'"attivismo separatista". "Don Mazzolari - ha osservato Bergoglio - non è stato uno che ha rimpianto la Chiesa del passato, ma ha cercato di cambiare la Chiesa e il mondo attraverso l'amore appassionato e la dedizione incondizionata". Il Papa ha citato don Primo indirizzando un invito "a tutti i preti dell'Italia e del mondo: abbiamo buon senso, non dobbiamo massacrare le spalle della povera gente". Don Primo condannava "l'attivismo separatista" di chi si impegna a creare istituzioni cattoliche: banche, cooperative, circoli, sindacati, scuole..." ha ricordato Papa Francesco. E' vero, ha aggiunto il pontefice che in questo modo "la fede si fa più operosa, ma può generare una comunità cristiana elitaria. E' un metodo che non facilita l'evangelizzazione, chiude porte e genera diffidenza".

Partirà il 18 settembre il processo di beatificazione di don Primo Mazzolari. Il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, lo ha annunciato nella visita di Papa Francesco a Bozzolo. "Quel giorno, a 25 anni esatti dalla visita di Giovanni Paolo II a Cremona (non abbiamo fatto apposta, lo ha scelto Lei) - ha detto al Papa - è un nuovo inizio per noi, non tanto per la sua risonanza pubblica, ma perché ci coinvolge direttamente nell'intimità impegnativa di quel dialogo ecclesiale in cui ora la voce del Pastore scalderà i cuori di preti e credenti, di vicini e lontani".

Alle 11:15 l’elicottero bianco del Papa è atterrato tra la polvere sul campo arido di stoppie subito sotto la chiesa di Barbania, la piccola parrocchia nelle colline sopra a Vicchio, nel Mugello, dove visse don Lorenzo Milani. Ad attenderlo l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betoli, e il sindaco di Vicchio, Roberto Izzo.
Francesco parla senza mezzi termini di don Milani come di "esempio di prete trasparente e puro come il cristallo", concludendo con l'appello agli astanti: "Prendete la fiaccola e portatela avanti", dopo aver citato, fra vari testi del priore, anche la lettera in cui la madre, Alice Weiss, si augura che a Lorenzo venga riconosciuto il valore del sacerdote. Le ultime parole di Francesco sono pronunciate, come spesso gli capita di fare, a braccio: "Che anche io prenda esempio da questo prete", dice fra gli applausi, "avanti con coraggio a tutti i preti, non c'è pensione nel sacerdozio".
E ancora: "Non posso tacere che il gesto che ho compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo vescovo, che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale. Oggi lo fa il vescovo di Roma, ciò non cancella amarezze ma dice che la Chiesa riconosce in quella via un modo esemplare di servire il Vangelo".

Un discorso "forte e fermo, come non era scontato che facesse, e che ci fa dire che ora finalmente la Chiesa ha fatto quello che non ha fatto per 50 anni", è il commento di Andrea Milani, figlio di Adriano, fratello maggiore di Lorenzo, presente a Barbiana con le sorelle Valeria e Flavia, "papa Fracesco ha riconosciuto che Lorenzo aveva
ragione e che chi, nella Chiesa, lo ha trattato male ha sbagliato, ha disconosciuto il suo ruolo di sacerdote e ne ha messo in dubbio la fede".

E' appena passato mezzogiorno, quando un lungo applauso chiude il discorso del Papa, che nel giro di pochi minuti è di nuovo sull'elicottero, e si rialza in volo alle 12,10, venti minuti prima del previsto, diretto a Roma.

Fonte immagine: avvenire.it

Alessia Panariello


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