Cronaca

D'Alema: «Denuncerò chi dice il falso». Anm: «Pensare ai reati, non alle polemiche»

BARI, 1 APRILE 2015 - La rabbia di Massimo D’Alema si è scagliata quest’oggi sui giornalisti. A margine della presentazione di un libro svoltasi a Bari presso il teatro Petruzzelli, l’ex premier è stato sommerso da domande riguardanti le intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti di Ischia.

«Serve un intervento legislativo per tutelare l'onorabilità delle persone non indagate, per proteggerle da campagne diffamatorie come questa che mi vede protagonista, me e la mia famiglia. È falso - ha continuato D'Alema visibilmente infastidito - che ho ricevuto bonifici per 87mila euro, per questo a partire da oggi abbiamo cominciato a muovere la carta bollata e a intraprendere azioni legali contro quanti hanno avviato questa campagna scandalistica priva di qualsiasi fondamento».[MORE]

Sembrerebbe infatti che il nome di D’Alema sia presente in vari documenti in merito alla vendita di vino, prodotto dalla sua famiglia, di alcuni suoi libri e di “strani” contributi alla Fondazione Italiani Europei. «La Fondazione Italiani Europei è un'istituzione culturale che non è mia, io non ne sono proprietario, - ha continuato l'ex premier - c'è un'associazione che comprende molte personalità che non voglio stare qui a nominare, ma che veramente è offensivo siano riassumibili nella mia persona.Io non ne sono amministratore e non sono neppure rappresentante legale, e non sono beneficiario in alcun modo dei contributi versati alla Fondazione Italianieuropei di cui sono soltanto il presidente protempore, e lo sono stati anche altri, con l'incarico di assicurare l'indirizzo politico culturale della Fondazione - ha aggiunto D'Alema - attività che svolgo a titolo gratuito. Quindi, indicarmi come beneficiario di contributi è falso, chiaramente diffamatorio».

Infine la stoccata finale: «Come si possa dire 80 mila euro a D'Alema è chiaramente un falso di cui chi si è reso responsabile risponderà alla Giustizia». Successivamente, in merito alle critiche di D'Alema sull'uso delle intercettazioni nell'inchiesta sulle tangenti a Ischia, è arrivata la risposta dell'Associazione nazionale magistrati che ha invitato la stampaa non «fermare l'attenzione sui fatti gravi di corruzione che stanno emergendo, non sulle polemiche.La riservatezza va tutelata - continua la nota dell'Anm - ma non si mettano in discussione le intercettazioni come strumento di indagine».[MORE]

(Immagine da espresso.repubblica.it)

Giovanni Maria Elia